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Tony Tammaro ci racconta “La Grande Notte dei Tamarri 2” (e non solo)

Il nostro Stefano STRE Crispino ha intervistato Tony Tammaro: il 27 dicembre al PalaPartenope di Napoli andrà in scena “La Grande Notte dei Tamarri 2“!

Maestro, è sempre un onore.

1) Partiamo proprio da questa parola; a ferragosto 2020 uscì “La graffa di Castellammare” singolo che avrebbe dovuto anticipare l’uscita dell’album chiamato proprio “Maestro”. Di cosa ti senti “maestro” e di cosa non ti senti tale? Che fine ha fatto questo disco? Quando potremo ascoltarlo?

Avevo preparato un album durante la pandemia, ma quando l’ho riascoltato dopo quel brutto periodo non mi convinceva, per cui ho deciso di scrivere tutto daccapo. Un po’ di pazienza. Dopo questa esperienza ho capito che durante le pandemie è meglio starsene buoni buoni senza scrivere niente. Le canzoni “pandemiche” non fanno ridere nessuno.

2) Negli ultimi anni, quando c’è una chitarra nei paraggi, mi chiedono sempre di suonare le mie canzoni ed è una cosa molto bella; devi sapere, però, che per anni ho suonato ai falò e alle pasquette le tue! Sei sempre stato nella mia ‘scaletta’, di solito assieme a Max Pezzali, Battiato e Battisti. Detto ciò, mi sono sempre chiesto, da ragazzo, le canzoni di quale artista suonavi in queste situazioni? Ovviamente intendo quelle situazioni dove tutti limonano come ‘i puorchi’ e il musicante suona in cambio di un paio di bicchieri di vinello.

Io a 18 anni suonavo sul molo di Riva Fiorita a Napoli e già allora riscuotevo un discreto successo. Non avendo brani miei, cantavo quelli di Edoardo Bennato e Claudio Baglioni (all’epoca con le canzoni di Baglioni si “acchiappava”).

3) Quest’anno ho avuto l’onore di suonare sul palco del Comicon il giorno prima di te. Il giorno precedente c’era stata anche Cristina D’Avena. Non ti nascondo che mi sono sentito molto piccolo, tra due leggende viventi. Come è stata per te l’esperienza al Comicon e quali ricordi hai di quella giornata?

L’esperienza del Comicon mi ha fatto capire che sono fortunato. Dopo 30 anni di carriera ho un pubblico di giovani che mi ama e mi segue.

STRE & Tony Tammaro

4) Sia in quella occasione, sia in altre mi sono ritrovato più volte sul palco con te a ballare la Aerobic Tamar Dance, a volte mi hanno letteralmente “menato” sopra (ammetto di non avere mai avuto il coraggio di fare “0’ puorc”). Raccontaci qualche aneddoto; qual è stata, nel corso del tempo, la situazione più strana o divertente avuta con “i tamarri” on the stage?

Nei miei spettacoli ci ho sempre tenuto ad abbattere la barriera che separa l’artista dal pubblico, facendo salire gli spettatori sul palco. Nel corso degli anni sono salite con me sul palco le persone più varie, dagli ubriachi fino agli stranieri. Ultimamente un ragazzo cinese (che non parlava neanche italiano) è venuto a cantare “Michè” ed è stato un trionfo.

5) Lo scorso 19 aprile ci ha lasciato il grande Federico Salvatore; ricordo che da bambino vi “scoprii” sulla stessa cassetta Mixed By Erry. Che ricordo hai di lui? Cosa vi accomunava e cosa vi rendeva diversi? C’è qualche aneddoto che non sappiamo che vuoi raccontarci?

Tutti mi chiedono di lui pensando che abbiamo collaborato a qualcosa. In realtà l’unica cosa che ci accomuna è che siamo finiti sulla stessa musicassetta pirata preparata dai falsari. Lui l’ho incontrato una sola volta a Napoli in una serata in cui dovevamo esibirci sullo stesso palco. Nei camerini abbiamo parlato di chitarre e di come facesse lui a suonarla da mancino senza invertire le corde. Anch’io sono mancino, ma suono nella maniera regolare col manico della chitarra a sinistra della spalla. Lui suonava a mio avviso in un modo “impossibile” per ogni chitarrista. Musicalmente scrivevamo ambedue canzoni comiche, ma lui aveva anche una vena malinconica che io non ho. Eravamo totalmente diversi, ma quella sera siamo stati bene insieme nel backstage. Era una gran bella persona.

6) La musica napoletana ‘Umoristica’ negli ultimi anni sembra essere sparita e in generale, noto anche che tutti gli artisti partenopei, specialmente quelli che cantano in dialetto, si prendono quasi tutti troppo sul serio. Come ti spieghi questa cosa? L’hai notata anche tu?

L’ho notato 30 anni fa quando iniziai. Prima di me, l’ultima canzone umoristica l’aveva scritta Carosone nel ‘60. La cosiddetta “macchietta” è un genere poco frequentato dagli autori napoletani. Peccato, perché sul pubblico ha una grande presa. Si, è vero, gli autori di canzoni napoletane moderne si prendono troppo sul serio. Le tematiche sono spesso quelle del degrado delle periferie e quelle della nostra presunta diversità dai non napoletani, io penso invece che le persone hanno si bisogno di riflettere, ma anche di farsi una sana risata ogni tanto.

7) Conosciamo bene le tue influenze musicali ma oggi cosa ascolta Tammaro? Chi sono gli artisti del momento che ti colpiscono? E soprattutto chi pensi sia il tuo erede?

Eredi in giro non ne vedo (almeno per quanto riguarda il discorso che facevamo prima sulla canzone umoristica). Per quanto riguarda i miei ascolti, da ex DJ ascolto di tutto (a casa ho più di 10.000 pezzi tra cd e vinili. Negli ultimi tempi ho un debole per Nino Buonocore, raffinato cantautore partenopeo che suona meravigliosamente nei suoi dischi senza usare nemmeno in computer.

8) Ci avviciniamo al periodo di Sanremo. Hai mai pensato di parteciparvi? Hai mai scritto canzoni ‘serie’, non umoristiche, e se sì, pensi mai di farle uscire? A dire il vero, ricordo un tuo esperimento del genere, anni fa, con la canzone “Napoli”. Mi sono mezzo risposto da solo, ma c’è altro che non sappiamo?

A Sanremo non ho mai provato ad arrivarci nemmeno mandando un provino. Mi fa paura! Ti regala il grande successo per qualche anno e poi sparisci. Meglio volare bassi, ma volare sempre. Ci tengo alla carriera lunga. Di canzoni “serie” ne scrivo tante, ma le tengo per me. Non voglio cambiare repentinamente genere lasciando spiazzato il pubblico.

9) Viviamo più che mai gli anni delle “markettate” e delle ADS social; spesso penso alle tue mitologiche “Pubblicità tamarre” (ci tengo a dirti che le so tutte a memoria come fossero delle preghiere). In questi ultimi tempi ti hanno mai proposto qualcosa di più indecente (o tamarro) delle tue pubblicità parodie? A volte la realtà supera la finzione, quindi spero in un tuo aneddoto.

Credo che se non avessi fatto il cantautore sarei stato un ottimo pubblicitario. Aneddoto: ve lo ricordate lo spot di Tufano di qualche anno fa? “Ce ne andiamo da Tufano po po po po con la mano nella mano po po po po”. Ebbene si, l’ho scritto io!

10) Oltre alle canzoni, mi diletto nel fare il regista e montatore dei video musicali. Penso sempre che l’elemento ‘video’ possa aggiungere qualcosa in più al brano. Tu come vedi la questione? Sei, a tutti gli effetti, un precursore della moda dei video in green screen; hai mai immaginato quei video senza l’ausilio di quel mezzo? Era un modo per fare le cose più velocemente, per non creare situazioni assurde per strada o per entrambi?

All’epoca di Tamarradio usavo il green screen perché per strada mi riconoscevano e mi avrebbero interrotto mille volte mentre giravamo. Mi piace il mondo dei video musicali e ti confesso che mentre scrivo una canzone, penso contemporaneamente alle immagini che accompagneranno il brano. La creatività non ha confini e si può esprimere in tanti modi. I video musicali mi danno la possibilità, insieme alle canzoni, di esprimerla.

11) Ma giungiamo a parlare di questa seconda ‘Grande Notte dei Tamarri’ che andrà in scena al PalaPartenope il 27 dicembre. L’anno scorso hai fatto la scaletta più bella che abbia mai sentito a un tuo concerto (e non si contano più le volte che ti ho sentito live). Cosa dobbiamo aspettarci dalla setlist di quest’anno? A sto giro troveranno spazio le canzoni post anni 2000? Ci sono alcuni capolavori come “Amanti” dal bellissimo ‘The Dark Side of the Moonnezz’ che andrebbero, a mio avviso, valorizzati! C’è anche qualcosa di più recente come la hit di Antonello Venduto “Tengo una barca a Salierno” che, secondo il mio modesto parere, dovrebbe stare in scaletta in maniera fissa, la sentiremo in questa occasione? Può sembrare una esplicita richiesta (in caso, prendila anche come tale).

Quando si scaletta uno spettacolo, bisogna andare sul sicuro, per cui ci si affida ai gusti del pubblico. Oggi, grazie a Spotify so dirti con certezza che la mia hit più grande è Supersantos seguita a ruota dal Trerrote e da Scalea. Il mio più grande successo “Patrizia” nel 2023 è solo quarto. Dovrò eseguirle tutte. Per le “post” 2000 mi riservo di farlo in un teatro più raccolto, davanti a Tammariani incalliti, quelli che amano le mie canzoni di nicchia. Di nuovo al Palapartenope ci sarà che alcune canzoni non le canterò io, ma a farlo saranno i miei ospiti importanti. Sarà una specie di Tammaro and friends. Nessun artista, tra quelli che ho invitato, mi ha detto di no.

12) Voci di corridoio mi dicono di una scenografia preparata ad hoc per la situazione. So che non vuoi (giustamente) dirci molto ma cosa dobbiamo aspettarci, una navicella spaziale a forma di Trerrote?

Più che altro ci saranno dei curatissimi video alle mie spalle che già da soli valgono il prezzo del biglietto.

13) Il concerto, ovviamente, sarà in full band. Io, come in tanti, ti ho visto negli anni molte più volte in versione acustica chitarra-voce; in quale delle due situazioni ti senti più a tuo agio e quale preferisci?

Dipende dal numero di spettatori. Dai 3000 in su meglio la band. In situazioni più piccole mi sento perfettamente a mio agio con la chitarra.

14) Ci saranno ospiti durante la serata? L’anno scorso ricordo la partecipazione della signorina Angela; viene da sé chiederti, quest’anno ci sarà Dj Sacchetto? Che fine ha fatto?

Dj sacchetto vive al nord, per cui è difficile averlo con me negli spettacoli. Quest’anno, gli ospiti saranno di altissimo livello e di grande impatto proprio perché inaspettati.

Grazie maestro, massimo rispetto.

Grazie a te.

Stefano STRE Crispino

www.instagram.com/stre_musica

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