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Suburra sbarca su Netflix con Piotta e Il Muro del Canto

Ha già fatto il giro d’Italia la notizia dell’approdo su Netflix di “Suburra – La serie”, prima produzione italiana in assoluto a sbarcare sulla piattaforma streaming più famosa ed apprezzata.

Le premiere della serie è stata presentata alla Mostra del Cinema di Venezia, a dimostrazione che ormai la linea di confine che separa la “nobiltà” dell’opera cinematografica dalla dignità artistica delle serie TV è ormai veramente molto più che sottile.

Ispirata dal film del 2015 di Stefano Sollima con (tra glia altri) Claudio Amendola, Pierfrancesco Favino ed Elio Germano, a sua volta tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo. I primi due episodi hanno visto in cabina di regia Michele Placido. Nel cast, figurano tra gli altri, Alessandro Borghi (che come nel film interpreta “numero 8”), Claudia Gerini e Filippo Nigro.

La colonna sonora? Tutta da gustare, viste le premesse: il brano scelto per la sigla è il romanissimo “7 vizi Capitale” di Piotta, al secolo Tommaso Zanello, ancora colpevolmente e superficialmente associato nell’immaginario di massa alla sola figura del “supercafone”, rappata ai suoi esordi targati 1998.
Il pezzo, composto e cantato con Il Muro del Canto nel 2015, è una canzone che come poche “sbatte in faccia” all’ascoltatore quella irrisolta (e forse irrisolvibile) contraddizione tra l’immensità di una Roma eterna come la sua bellezza, e l’angosciante condizione di una Roma eternamente impantanata nei suoi mali, nel suo grigiore, nella sua ingiustizia, nella sua grandezza che logora e divora i suoi tantissimi “pesci piccoli”, impossibilitati a combattere ad armi pari contro chi silenziosamente, li assoggetta al suo potere sporco ed oscuro.

Nuda come la bellezza, grande come Roma. Santa e dissoluta, Roma ama e non perdona. Roma te divora come un barracuda. Roma nuda, nuda, nuda…”.

Recita il ritornello cantato dalla voce potente e cupa di Daniele Coccia (voce de Il Muro del Canto). Lo stesso videoclip del brano è un piccolo gioiello: girato con un unico piano sequenza* tra gli ambienti del MAAM, il Museo dell’Altro e dell’Altrove nato dall’occupazione nel 2009 di un ex mattatoio sulla via Prenestina, periferia est della Capitale. Non ci meravigliamo affatto che la canzone abbia finito per essere accostata all’ambiente cinematografico.

Dal 6 ottobre quindi, tra titoli come Lost, Narcos, Breaking Bad, Dexter e Black Mirror, arriveranno le sporche vicende romane di Suburra – La serie. Noi siamo già in attesa, pronti a scommettere che “7 vizi Capitale” saprà piantarsi  in profondità nella testa di quelli che sicuramente, saranno i tantissimi spettatori della serie.

 

*piano sequenza: nella tecnica cinematografica, lunga inquadratura, fissa o in movimento, girata consecutivamente e senza tagli o raccordi di montaggio, capace di comporre un’autonoma unità drammatica.

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