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Say Twine ci racconta il suo nuovo singolo “Azure”

Esce venerdì 29 ottobre 2021 Azure, il nuovo singolo di Say Twine, progetto solista del violinista, musicista e compositore elettronico Alessio Cavalazzi (già del Trio Cavalazzi) e new entry nel roster di Ohimeme (www.ohimeme.com). Il brano è stato prodotto insieme a Luca Grossi (Flat Scenario) ed è  distribuito da Artist First

Successivamente agli studi tradizionali conseguiti nel conservatorio di Milano in violino e in musica elettronica, ha iniziato a esplorare un genere musicale di sua visione, che comprendesse sia il mondo acustico, appartenente già al suo percorso lavorativo, e sia quello elettronico: una partitura dove l’orchestrazione, anche se composta da strumenti e suoni contemporanei, è pensata in modo sinfonico, con stratificazioni e contrappunti, i quali lasciano spazio anche a momenti aleatori di pura improvvisazione. Il tutto contestualizzato in armonie malinconiche e ritmi delicatamente pulsanti. Così è nato il progetto Say Twine, il quale live set comprende un complesso e moderno sintetizzatore modulare affiancato al suono antico di un’ensemble barocca.

Ne abbiamo parlato con lui.

 

Dove si incontrano elettronica e musica classica?
L’unione di questi due mondi, apparentemente così lontani, è proprio l’essenza stessa dei miei brani. Perché non approfittare del suono naturale di uno strumento acustico, frutto di secoli di studi e sperimentazioni sull’acustica, e delle sue infinite microvariazioni timbriche così piacevolmente “umane”, per regalare vitalità a una contemporanea e pulsante partitura analogica? Sono due universi che, a mio avviso, se decontestualizzati dal loro “habitat naturale”, possono tranquillamente coesistere sullo stesso piano, fino a diventare l’uno inseparabile dall’altro.

Come nasce la tua collaborazione con Ohimeme?
Luca Grossi, fondatore di Ohimeme, è praticamente stato il mio mentore in queste ultime fasi di realizzazione del disco. L’ho conosciuto qualche anno fa a un workshop molto nerd sul mondo dei sintetizzatori modulari e da lì è nata una solidissima collaborazione artistica che lo ha portato a curare il mix dei miei brani, con la stessa incredibile delicatezza e sapienza di un chirurgo che opera in sala operatoria.

Hai già avuto modo di esibirti dal vivo come Say Twine, com’è il tuo set?
Il mio set è principalmente composto dal mio violino e da un sintetizzatore modulare, pieno di lucine e cavetti colorati. In pratica ripropone dal vivo l’estetica stessa del progetto: il sintetizzatore genera suoni in tempo reale e processa contemporaneamente il suono del violino. Così l’elettronica e lo strumento si fondono in un tutt’uno. Ho anche avuto l’onore di avere un ensemble strumentale (l’Ensemble Testori) che ha eseguito con me (e con il mio violino e il mio synth) le mie partiture. Il risultato è stato incredibile!

Ci racconti la tua esperienza televisiva con il Trio Cavallazzi?
Con i miei fratelli, Elisa e Andrea, abbiamo avuto la grandissima opportunità di partecipare a quattro puntate del programma Nessun Dorma, su RAI 5, in qualità di resident band. Ma il fatto veramente interessante è che ci hanno regalato una finestra in ogni puntata lasciandoci carta bianca sul repertorio. Allora ci siamo detti, perché non portare l’elettronica in tivù, magari associata al mondo classico in modo più diretto e fruibile? Lo abbiamo proposto alla direzione artistica e ne sono stati entusiasti!

Cosa volevi trasmettere con Azure?
Nulla in particolare: come negli altri brani del disco io cerco di dare suggestioni “immateriali” all’ascoltatore, il quale le potrà proiettare in un universo immaginario intimo e personale. Una sorta di colonna sonora personalizzata.

Piani per il futuro?
Ora come ora sono concentratissimo sulle fasi conclusive del disco, come la scelta della copertina (che mi terrorizza!) e gli ultimi ritocchi di alcuni brani. E’ dal 2016 che ci lavoro: dopo 5 anni di rielaborazioni, manipolazioni e registrazioni mi ci sono particolarmente affezionato, diventando però insopportabilmente maniacale su qualsiasi minimo dettaglio. Non riesco a capire come Luca possa sopportarmi ancora. Sto anche lavorando a un progetto più incentrato sulla dancefloor interamente dal vivo, con suoni solamente generati sul momento e irriproducibili in futuro, e sulla possibilità che il mondo dei sintetizzatori modulari possa offrire in questo ambito, soprattutto dal punto di vista esecutivo. Ovviamente non mancherà il violino, fedele compagno di vita e di sonorità.

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