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Marcos ci racconta il suo nuovo disco “Gradi di libertà”

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É uscito venerdì 17 novembre 2023 su tutte le piattaforme digitali il primo disco solista di Marcos, musicista e autore, già noto per il suo ruolo in diverse formazioni (Seven Jay, Laika Vendetta, Hoka Hey). Questo EP dal titolo “Gradi di libertà“, è un disco personale, sentito e stratificato di influenze che partono dall’alternative rock, un nuovo capitolo e un nuovo inizio per l’italo brasiliano Marcos Cortellazzo, che nel titolo richiama un concetto di Statistica, intesa come scienza. Il gioco del Tris spiega infatti al meglio i gradi di libertà: ogni casella vuota rappresenta una “libertà” e a mano a mano che viene presa una scelta (X/O), le possibilità per l’avversario si riducono. Nel gioco, chi ci sfida crea dei vincoli tramite le sue scelte, lasciando a noi sempre meno spazio di movimento. Questo accade anche nella vita!

Affascinati dal legame con la statistica e dalle sue molteplici influenze, lo abbiamo intervistato.

– Come sei arrivato a creare questo parallelismo tra il gioco del tris, i gradi di libertà, e la vita che viviamo tutti i giorni?

La metafora con il tris che si lega ai gradi di libertà, è nata per rappresentare quello che stavo vivendo. È un parallelismo che nasce dal personale, per appoggiarsi poi a tutti. Le nostre possibilità, infatti, sono infinite ma vincolate da tanti aspetti: carattere, sogni, il posto ed il momento storico in cui nasci, le tue paure ed i pregiudizi. Questi fattori sono come X ed O che mettiamo nelle caselle del tris, per scegliere poi quegli spazi che restano mano a mano liberi. A questo punto i gradi di libertà ed i vincoli parlano per te: più saprai conoscerti, più essi saranno allineati a chi sei veramente. 

– Hai voglia di raccontarci degli episodi della tua vita che ti hanno portato a questa conclusione? E quanto questo ha a che fare con la musica che fai, più in generale?

Per me non si tratta di una conclusione, ma di una lettura in divenire di ciò che ho davanti. Sicuramente il concetto dei gradi di libertà, si lega a tanti aspetti della vita, sia mia che di altri. Nel momento in cui ho concepito questa idea, ho pensato semplicemente che ero di fronte ad una scelta, ed era come se alcune lampadine si accendessero ed altre si spegnessero. Una strada la scegli in base a come sei, al netto quindi delle tue aspirazioni, paure, carattere, del tuo sentire in quel momento. Una volta che hai chiari questi aspetti (i vincoli), le scelte arriveranno di conseguenza. Succede così di continuo, gli episodi sono contenuti in ogni secondo. Nella musica è identico, decido di fare questo genere piuttosto che un altro per via dei vincoli dati dai miei gusti musicali, dal fatto che suono uno strumento e non un altro, e via dicendo. Tutti fattori che presi singolarmente non hanno senso, ma essendo uniti creano un disegno complesso che ti porta ad avere, ancora, una sola casella libera da utilizzare.

Quale altre influenze, oltre alla statistica (e forse la matematica?) ti influenzano quotidianamente in ciò che fai? Quali letture ti hanno accompagnato durante la produzione di questo disco?

La statistica ha suggerito il titolo del disco, ma non so nulla di statistica. Mi è servita da metafora e basta, ma non per questo è meno importante. Sono curioso di tante cose, leggo e mi informo, se viaggio osservo tanto, ma anche se non viaggio, poi ci penso, rielaboro e annoto. Le influenze arrivano da ogni dove, e dal ragionamento attorno ai temi più disparati. Ho un testo nato dopo aver letto una lapide commemorativa a Montepulciano, la scorsa estate. Mi sono informato su quell’evento, ed il testo che ho scritto ha come tema il destino. Apparentemente c’entra poco, ma ho fatto un collegamento unendo i puntini. Per quanto riguarda le letture invece, nell’ultimo anno mi sono appassionato di filosofia, soprattutto di Spinoza. Mi dà parecchi spunti su cui pensare.

Con quali artisti della scena indipendente sei in contatto? Hai mai voglia di allargarti a qualche feat. o collaborazione, o percepisci i tuoi brani come troppo personali? 

Mi piacerebbe trovare, tra i brani che sto scrivendo per il secondo disco, una parte da proporre a qualcuno. La voglia di fare delle collaborazioni c’è sicuramente, quindi, se mai dovesse arrivare qualcosa, sono a braccia aperte. Non sono geloso, ed i miei testi partono da osservazioni personali sì, ma tendono ad essere universali. Mi piacerebbe facessero dei remix, ed infatti metterò presto gli stem delle canzoni sul mio SoundCloud, scaricabili liberamente, per far sì che qualcuno le manipoli a modo suo. 

E per il futuro?

Arriveranno sette brani, un concept con un tema preciso che ricorre spesso nei miei pensieri, l’equilibrio. 

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