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Alessandro Grazian ci ha raccontato infine chi guida l’orgia || Torso Virile Colossale

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E’ uscito venerdì 27 maggio 2022 il nuovo singolo di Torso Virile Colossale dal titolo “Chi guida l’orgia?“, fuori per INRI Classic / Overdrive / Dischi Bervisti. Un nuovo capitolo per il progetto musicale alle prese con il Cinema Peplum e il Mondo Antico ideato e fondato da Alessandro Grazian; un nuovo brano che segue l’uscita dell’album di debutto nel 2017 e che anticipa il nuovo disco in uscita quest’autunno.

Chi guida l’orgia?” fa dichiaratamente riferimento ad una battuta del film “Le Baccanti(1961), dove Alberto Lupo interpreta Penteo, il superbo Re di Tebe. Qui (e in molti altri esempi del Cinema Peplum) è presente anche la tematica del sesso, sebbene lontana anni luce da quella rappresentatoa nella commedia sexy e scollacciata anni 70, e dunque oggi anche Torso Virile Colossale sa essere erotico, esotico e in complicità con Dioniso. Non a caso in copertina si vede un dettaglio di un mano che impugna il Kylix, la famosa coppa in ceramica in uso nell’Antica Grecia durante rituali dionisiaci. Ma l’Orgia con il suo punto interrogativo è anche sinonimo di questi tempi caotici, così pieni di domande e così privi di risposte certe.

Con qualche difficoltà, siamo riusciti a intervistare Alessandro Grazian, il fondatore del progetto, e ne è valsa davvero la pena.

  • Quali sono i film che sono fondamentali per conoscere il genere Peplum? Qualche consiglio a chi è ancora a digiuno?

Innanzitutto mi sento di dire che il Cinema Peplum è un Cinema di Genere e rappresenta l’infanzia del Cinema, non si può approcciare come se guardassimo Quarto Potere di Orson Welles o C’era una Volta in America di Sergio Leone. Il Peplum dell’età d’oro ci restituisce un’epoca, quella del Boom Economico che precede le rivoluzione di costume degli anni 60 e se guardato con troppa severità può risultare ridicolo e non è questo l’approccio che merita. Detto questo se restiamo nell’ambito del Cinema italiano per gli anni 50 direi almeno tre titoli: ‘Ulisse’, ‘Le fatiche di Ercole’ e ‘Nel Segno di Roma’. Per gli anni 60 direi ‘Il Colosso di Rodi’, ‘I giganti della Tessaglia’ e ‘Ercole al Centro della Terra’.

  • Qual è l’immaginario che ti ha affascinato in questo tipo di film?

È un cinema che pesca a piene mani nel mito e nella storia ma la deforma per necessità, per mancanza di risorse economiche e quando va bene per urgenze creative.

Mi affascina il fatto che questo cinema che ha l’obiettivo di raccontarci il mondo antico in realtà ci racconta anche molto dell’epoca nella quale questi film vennero realizzati.
Sono dei grandi fumetti e fanno tornare un po’ ragazzi.

  • Cinema e musica in Torso Virile Colossale sono strettamente collegati. Ci sono altri progetti dove hai visto questa connessione?

Certamente. Va detto però che Torso Virile Colossale non fa musicalmente un’operazione filologica  e quindi non rievoca il genere musicale del Cinema a cui si rifà. Da un certo punto di vista lo reinventa. Dalla seconda metà degli anni 60 in poi i generi cinematografici hanno avuto i propri cliché e generi musicali (lo Spaghetti Western, gli Spy Movie, i Poliziotteschi) che contengono già dei codici estetici precisi. Nel caso del Cinema Peplum essendo le colonne sonore di questo cinema fatte di musica sinfonica che evoca epoche lontanissime nel tempo, l’operazione che ho fatto con Torso Virile Colossale è stata quella di giocare con i timbri musicali e la scrittura, cercando di fare una musica originale che evocasse il mondo antico ma parlasse anche la lingua della musica più contemporanea. Torso Virile Colossale poi non è musica che funge da sonorizzazione, i brani sono tutte composizioni nate per reggere anche senza le immagini. I video che proiettiamo ai concerti possono essere il valore aggiunto dello spettacolo ma non sono l’obiettivo finale.

  • Quali elementi nuovi ha portato ‘chi guida l’orgia’ in questo progetto?

Musicalmente Torso Virile Colossale con ‘Chi Guida l’Orgia?’ ha aperto il rubinetto della pulsazione ritmica esotica, delle pelli tribali, della musica quasi etnica. Anche lo Shanai suonato da Mario Arcari in questo senso si muove sul filo di una musica che sta decisamente ad oriente del bacino mediterraneo.

  • Tornare dopo il Covid è stato molto difficile? E pensi sia davvero finita?

Personalmente non è stato difficile, tutto quello di cui avevo bisogno era proprio tornare a suonare in libertà. La mia speranza è che sia davvero finita. Che gli Dei ci proteggano!

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