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LSKA ci racconta il suo nuovo album “Ephemeral”, fuori per Record Y

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Venerdì 2 febbraio 2024 esce per Record Y su tutte le piattaforme digitali “Ephemeral“, il nuovo disco del progetto LSKA già anticipato dal singolo “Solid State Spirit”.

Un album che è nato in un periodo di grande cambiamento e che riflette la ricerca di uno spazio sicuro in cui potersi abbandonare. Tutti i brani sono stati composti in pochissimo tempo, ma sono frutto di riflessioni durate anni sulla ripetizione, l’astrazione e l’inserimento di elementi casuali nel processo di composizione. La scintilla che ha permesso alla macchina di rimettersi in moto è stato l’invito a partecipare esattamente un anno fa alla rassegna di musica sperimentale Deragli presso il Caracol Olol Jackson di Vicenza che non potrò mai ringraziare abbastanza.

Luca è partito dal punk, e siamo partiti anche noi proprio da lì.

  1. Abbiamo letto che hai militato anche in formazioni punk, raggae, folk. Come sei arrivato poi ad essere LSKA, un progetto che ci sembra lontanissimo da questi generi che ti abbiamo citato?

Ho sempre amato sperimentare con i suoni e sono estremamente curioso. Ho iniziato ad ascoltare artisti che facevano cose molto interessanti con l’elettronica e da lì ho cominciato a studiare e provare a fare qualcosa di mio.

  1. E cosa ti ha lasciato la tua esperienza come tecnico del suono? E in che contesti ti è capitato di lavorare?

Sicuramente mi dà molta consapevolezza su come ottenere il suono che voglio, e questo mi permette di restare nel flow e non perdere troppo tempo in questioni tecniche finché compongo.

Come fonico, ho lavorato nei contesti più disparati: piccoli e grandi club, auditorium, teatri, festival all’aperto… 

  1. Fare musica può essere anche terapeutico per te, visto che leggiamo che questo tuo nuovo disco “Ephemeral” nasce dopo un periodo burrascoso? Come ti senti adesso?

Sto abbastanza bene. Mantenere un equilibrio è molto impegnativo, e in questo la musica è sempre di enorme aiuto. 

  1. Hai mai fatto compressi per la tua musica?

Direi di no, ho sempre avuto la consapevolezza di non fare musica destinata a grandi platee, quindi quello che faccio deve piacermi e farmi star bene, altrimenti non ha senso che lo faccia.

  1. Vicenza sarà sempre casa tua? 

Chi lo sa? Ho molti legami e affetti qui e sicuramente non sono uno da “colpi di testa”, ma se dovesse profilarsi un’occasione imperdibile da qualche altra parte, sicuramente la valuterei.

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