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L’Avvocato Dei Santi ci racconta la sua personalissima versione di “Amandoti”

Esce martedì 29 marzo 2022 una nuova versione di “Amandoti“, immortale brano dei CCCP, a cura de L’Avvocato Dei Santi, il progetto solista di Mattia Mari. Un’unione che non ci saremmo mai immaginati e che segna il ritorno di uno dei progetti più intensi della scena underground, un’unione che Mattia Mari descrive così: “Quel che n’è uscito è un sabba nel quale danzano tra loro passione, ossessione, amore, rabbia e sesso. L’ultimo ballo prima dell’arrivo del Sole, o quella danza che impedirà al Sole stesso di sorgere”

Ecco cosa ci hanno raccontato!

1. Che cosa ti ha portato da questa canzone, apparentemente così lontana dal tuo repertorio?

Credo senza ombra di dubbio che sia stato il caso. Il primo ricordo di un mio ascolto di questo brano risale alla notte di capodanno 2020, quando durante il party questa canzone iniziò a suonare dalle casse. Io rimasi più che sorpreso dalla sua particolarità, e quando scoprii che era un brano dei CCCP, band che non ho mai apprezzato, ci rimasi quasi male. 

In qualche modo mi dimenticai del brano, ma qualche tempo dopo sembra sia tornato quasi a cercarmi. Una sorta di canzone-jumanji che sembrava volermi richiamare a tutti i costi. 

2. E perchè Amandoti potrebbe benissimo essere un brano de L’Avvocato Dei Santi?

Quando faccio una cover solitamente so già che posso portare quella canzone nel mio mondo. Il brano originale si presta già magnificamente per la sua cupezza e stranezza, in più, una volta che la “visione” arriva, non vivo più il brano come una mera cover, ma come un pezzo mio, che vive col mio sangue nelle vene e quello di nessun’altro. 

In generale la sua passionalità, la sua intensità, lo rendono un brano perfetto per ciò che cerco di fare. 

3. Ti avevamo lasciato quasi due anni fa, che cos’è successo nel frattempo?

Inutile parlare di ciò che tutti conosciamo ormai a menadito, ma so per certo ora che in questi due anni la voglia di fare cose mie era quasi scomparsa. La mancanza di stimoli, l’impossibilità di esibirsi, ma soprattutto la mia saturazione personale relativa a tutto ciò che ruota intorno il music business mi han fatto quasi odiare l’idea di fare uscire altra musica a mio nome. Per fortuna poi, le cose cambiano. 

4. Cosa ti porti dietro della tua esperienza a Musicultura?

In realtà porto l’amaro di non aver potuto godere dei rapporti con altre realtà come avrei voluto. In piena pandemia, siamo potuti rimanere in teatro esclusivamente il tempo necessario all’esibizione. Un enorme disagio, un teatro enorme completamente vuoto…insomma, tutto il contrario di come dovrebbe essere la musica dal vivo.  D’altro canto la professionalità di tutti gli addetti ai lavori coinvolti è stata quantomeno proverbiale. Suonare su quel palco ed essere selezionati tra così tanti progetti è stato un onore. 

5. Che cos’altro accadrà nel resto del tuo 2022?

Chi lo sa? Negli ultimi anni ho smesso di pianificare troppo a lungo termine, anche a costo di pagarne le conseguenze. Vivo in maniera troppo istintiva per sapere cosa vorrò fare tra qualche mese. Ci saranno altri concerti, ci sará altra musica, e stavolta non sotto forma di singolo. 

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