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Quando ho incontrato TGP: Yvan

“Non ho artisti di riferimento. Ho canzoni di riferimento e messaggi di riferimento.”

Intervista a cura di Giorgia Groccia

Il progetto Yvan nasce a Roma nel giugno del 2019. Di natura pop mescola vari stili dal rock al funk. Yvan ha all’attivo tre singoli prodotti da Matteo Gabbianelli (KUTSO).

Somigli a Johnny Depp uscito nel settembre 2019 è il singolo d’esordio della band al quale sono seguiti Il Porno di Belen nel dicembre 2019 e Cuba il 17 gennaio 2020.

 

 

Yvan è un artista eclettico, particolarmente energico e spontaneo, una vera forza della natura. I suoi brani conservano delle venature pop con un sound estremamente rockeggiante e la delicatezza tipica del cantautorato nuova scuola.

In occasione della sua partecipazione ad It’sup2u presso Largo Venue abbiamo chiacchierato con lui, eccone il risultato:

Raccontaci del tuo ultimo singolo Cuba, com’è nato il brano?

È nato casualmente, come la maggior parte dei miei brani. È un flusso di coscienza; è raro che io sia lucido e che mi renda realmente conto di cosa stia scrivendo. La maggior parte delle volte realizzo il significato e il movente dei miei testi solo successivamente; molto spesso mi accorgo di come ogni verso  sia sconnesso e di come sia tutto un collage di sensazioni e riflessioni accumulate nel tempo. Per questo motivo Cuba, che inizialmente avevo intitolato “La Ruspa”, non è realmente una storia d’amore. E’ un miscuglio di preoccupazioni, paure e  ansie:  è precarietà’, mancata sobrietà e… indifferenza. Tutto questo celato dietro una storia d’amore. O magari è solo una maledetta storia d’amore che ho voluto celare dietro tutto il resto.

 

 

Quali sono i tuoi artisti di riferimento?

Non ho artisti di riferimento. Ho canzoni di riferimento e messaggi di riferimento. Non mi interessa l’estetica, il look, l’immagine ne tantomeno sono troppo legato a generi musicali. In momenti diversi della mia vita ho fatto riferimento ed ho tratto ispirazione da canzoni di artisti del tutto differenti tra di loro. Da “Core ‘ngrato” della tradizione Napoletana a “You know you’re right” dei Nirvana,  da “Ruby’s Arms” di Tom Waits a “Introdub” dei 24 Grana, da “Pezzi di vetro” di De Gregori a “Coma White” di Marilyn Manson.

Poi però c’è Bruce Springsteen. L’ho visto per la prima volta il 19 luglio del 2009 a Roma. Suonavo la chitarra già da un pò di anni ma senza quel concerto non avrei mai trovato un motivo reale e una vera ragione per scrivere canzoni e salire su di un palco.  Springsteen ha cambiato la mia vita e il mio modo di affrontarla. Grazie a lui ho capito che la musica non è salvezza ma è speranza. E tanti momenti bui della mia vita li ho superati così: imbracciando una chitarra, immaginando e continuando a credere in un finale migliore.

Anche nella vita sentimentale: non sono mai riuscito a “mandare a ca**re” la ragazza di “CUBA”.. non mi si inculava di striscio.. ma l’ho fatto nella canzone e in qualche maniera è diventato reale [sorriso]

 

Se dovessi scegliere invece tre artisti da consigliare tra tutti gli artisti della nuova scuola cantautorale chi sceglieresti?

Non so rispondere. Se avete crisi sentimentali c’è tutto l’itpop indie straccia vene italiano che vi porge la spalla e piange con voi . Sennò c’è il Death Metal, il Neomelodico, la Trap.

 

 

Il Porno di Belen, tuo secondo singolo, è apparentemente provocatorio ma, ascoltando il brano, si evince una dolcezza di fondo non indifferente. Com’è nato e com’è stata la risposta del pubblico?

Credo sia la canzone più dolce e smielata che abbia mai scritto [sorriso] “Metti che domani non ci spogliamo più e che il porno di Belen l’avresti fatto meglio tu” per me è tipo “ti amo, sei bellissima e non te ne sei mai accorta!  [sorriso].

Com’è nata? Ricordo che gli accordi e la melodia ce li avevo in mente da un pò; la canticchiavo spesso a casa della ragazza alla quale è dedicata la canzone in momenti di cazzeggio quotidiano. A distanza di qualche mese dalla nostra rottura il testo mi è venuto di getto ed ho provato ad utilizzare proprio quegli accordi e quella melodia. Casualmente ci calzavano a pennello.

La risposta è stata bellissima. Non passa una sera che non me la sento canticchiare da qualcuno.

Una volta, in delle tante serate Live allo storico Bar Celestino di San Lorenzo, mi è persino successo che una ragazza che stava bevendo nell’altra sala mi si fiondasse davanti con le lacrime agli occhi. E’ rimasta in lacrime per tutta la durata della canzone. Mi sono commosso anche io tant’è che a una certa mi sono impappinato sul testo [sorriso]. Credo non sapesse nemmeno fosse mia la canzone; dimostrazione il fatto che, finita la canzone, si è alzata, è tornata nell’altra sala e non l’ho più rivista  [sorriso]

C’è stato anche chi, dando importanza solo al titolo, mi ha accusato di maschilismo e poca sensibilità riguardo la diffusione di materiale pornografico

 

Se dovessi scegliere un periodo storico in cui vivere e far musica quale sceglieresti?

Mi va benissimo questo!

 

 

3 album che ti hanno cambiato la vita e perché.

Nevermind dei Nirvana: comprato a 13 anni è stato il mio primo disco!! Grazie a Kurt Cobain ho imparato a non saper suonare la chitarra e urlare sbraitando nel microfono! Da allora non sono cambiato e non voglio farlo!!

Born to Run di Bruce Springsteen: comprato a 19 anni e ho gia spiegato il perché!

Rimmel di Francesco De Gregori: ho iniziato ad ascoltarlo a 23 anni e ho capito che doveva partire tutto da lì.

 

Cosa ti aspetti dal palco di itsup2u! A Largo Venue l’1 febbraio?

Un minifrigo pieno di Birra

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