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I Marrano ci raccontano il loro nuovo singolo “Ekomostro”

I Marrano sono un trio e vengono da Rimini, sede di un notissimo (e notevole) ecomostro quale è il “Grattacielo di Rimini”. Potremmo pensare sia di questo che i ragazzi vogliono parlare nel loro nuovo singolo “Ekomostro”, invece scopriamo che non è proprio così, e quella “k” nel titolo, che fa un po’ Diabolik e un po’ conversazione su MSN del 2007, ce lo suggerisce. Ci facciamo spiegare meglio il significato del titolo e della canzone direttamente dai ragazzi, che con la loro “Ekomostro” sono finiti anche sulla copertina della quotata playlist editoriale Rock Italia su Spotify.

Ciao e benvenuti su Tutti Giù Parterre! Perché “Marrano”? L’ultima volta che abbiamo controllato non era un epiteto molto benevolo o favorevole per la persona cui è rivolto.

Ciao a tutti! Il nome “Marrano” nasce, in realtà, in maniera del tutto estranea al contesto della band. È il soprannome di un amico di un amico. E così, tempo dopo l’abbiamo tirato fuori. Ci piaceva l’impatto e l’aggressività che la parola trasmetteva, anche solo a livello visivo. Il significato è stato un fattore secondario. Lasciamo a voi l’interpretazione e il valore da dare alla parola.

Il vostro singolo nuovo si chiama “Ekomostro”, però se abbiamo capito bene non parla proprio letteralmente di un palazzone di cemento costruito in mezzo al verde. Che cosa rappresenta per voi l’”ekomostro”?

Esattamente. In questo caso, non facciamo riferimento a palazzi orribili o cose simili. Abbiamo giocato con le parole: il concetto di mostro fa riferimento a qualcosa di presente dentro noi stessi, che condiziona la nostra quotidianità, le nostre scelte e che limita la libertà di quello che facciamo. È tutto nella nostra testa e rimbomba, proprio come un’eco. Da qui vogliamo partire per combatterlo.

Dalle vostre parti c’è qualche ecomostro a cui vi sentire affezionati in particolare?

Ce ne sono parecchi, come in tutto il nostro paese. Il grattacielo di Rimini crediamo sia un bel colpo in un occhio, però. Se la gioca bene.

Nel testo fate un’affermazione forte, “Voglio morire sul palco”. Ce la spiegate meglio?

Quante volte non riusciamo a immergerci in ciò che stiamo vivendo in quel momento? Quante volte ce ne pentiamo e siamo investiti dai rimorsi? L’affermazione non è altro che un mantra che ripetiamo per ricordarci che quello che facciamo è quello che amiamo e che deve essere libero dalla paura dei giudizi e dell’esterno. Viverlo come fosse ogni volta l’ultima.

Quali sono i riferimenti musicali principali di questa canzone?

Per questo brano in particolare i DZ Deathrays, ascoltati tantissimo nell’ultimo periodo e che sono stati senza dubbio di fortissima ispirazione. Senza dimenticarci di Gianni Drudi.

Ancora una volta avete deciso di collaborare con Divi, il cantante dei “Ministri”, che ha prodotto la canzone. Cos’ha portato Divi a “Ekomostro” e alle sue sonorità?

Innanzitutto con Divi si è instaurato un bellissimo rapporto sia umano che artistico. Questo ha posto le basi per un lavoro di squadra davvero importante. La sua esperienza, la sua competenza e la grande cultura musicale ci ha aperto a nuove vie da noi mai esplorate, innalzando la qualità della scrittura dei brani e della produzione stessa.

Sulla copertina del singolo c’è quello che sembra un vero e proprio mostro, quasi una specie di Hulk per il colore della pelle. Come si lega l’artwork al concetto della canzone?

La canzone, oltre a descrivere una condizione di oppressione e alienazione, ha lo scopo di rappresentare la voglia di riscatto. Di liberarsi dalle catene. La rabbia che affiora e trova suo libero sfogo. L’urlo identifica proprio quel momento.

Avete pubblicato due singoli per ora nel 2022, entrambi con la collaborazione di Divi. C’è qualcosa di più all’orizzonte?

Assolutamente. Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi tutto sarà più chiaro. Stiamo lavorando intensamente in questo periodo per aprire un nuovo capitolo dei Marrano. Ne vedrete delle belle.

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