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Gli OK BA ci raccontano il loro nuovo singolo “Fatta di te”

Disponibile da venerdì 27 gennaio, “Fatta di te” è il nuovo singolo degli OK BA, pseudonimo dietro cui si cela il duo sassarese formato da Alberto Atzori e Pasquale Demis Posadinu, esponenti di punta della scena musicale sarda. Fatta di te” è stata co-prodotta insieme a due figure di riferimento del fare musica italiano: Riccardo Onori (chitarrista e coautore di Jovanotti) e Christian Rigano(tastierista per Jovanotti, Gianna Nannini ecc.). Il dolce arpeggio di chitarra e l’accompagnamento essenziale invitano l’ascoltatore a fermarsi per assaporare i versi densi di immagini evocative.

“Fatta di te è una promessa d’amore tra un padre e una figlia, immagini di quotidianità per un sentimento eterno”il nuovo singolo degli OK BA esprime suggestivamente in musica il profondo legame che unisce un padre con la propria figlia, un amore complesso ma indissolubile che protegge e conforta, nel quale è possibile trovare rifugio.

Noi li abbiamo intervistati.

Cosa potete raccontarci della scena musicale sarda? Quali sono i nomi e i luoghi da tenere assolutamente in considerazione?

La scena musicale sarda è viva: ci sono tanti progetti e gruppi interessanti. Con gli anni però abbiamo visto un calo del numero di locali che provano ad avere una programmazione musicale, perlomeno a Sassari.

Nella nostra città, ad esempio, non ci sono più club di riferimento dove andare a vedere i concerti di band nazionali. Tuttavia, sono ancora presenti dei festival che propongono, ogni anno, line up di tutto rispetto: i due più noti sono forse Abbabula (a Sassari) e il Karel Music Expo (a Cagliari). 

Sarebbe bello però trovare nuovi spazi, anche se ci rendiamo conto che investire in questo settore sia rischiosissimo e per niente facile. 

Tra le vostre collaborazioni anche nomi del calibro di Jovanotti e Gianna Nannini. Come ci si trova invece, dall’altra parte, nella scena indipendente? Quali dinamiche differenti avete riscontrato?

Lavorare con Riccardo Onori e Christian Rigano è stata un’esperienza che ci ha regalato molto, sia in termini artistici che umani. Spendere ore per i più piccoli dettagli è stata una lezione che non dimenticheremo mai e siamo loro grati per questo. La dinamica che più ci ha sorpreso è stata quella di voler aiutare due ragazzi (noi) senza volere niente in cambio, soltanto per la passione per la musica e la voglia di scoprire artisti nuovi. 

Abbiamo condiviso varie giornate con loro trattati “da pari”, dando ascolto ai nostri dubbi con grandissima umiltà e fornendoci preziosi consigli, tutto questo nonostante siano abituati a suonare negli stadi e ad avere a che fare con artisti del calibro di Jovanotti e Gianna Nannini appunto. 

Per quanto riguarda l’essere indipendenti, una delle differenze sostanziali con l’essere in major è senza dubbio il budget a disposizione.

Fare musica in un certo modo ha dei costi che sono difficili da sostenere per chi può contare solo sulle proprie risorse. Ciò però riesce a catalizzare le idee in un altro modo, facendo di necessità virtù. Tanti anni fa un musicista poteva permettersi il lusso di essere “solo” un musicista. Ora invece si deve essere anche musicisti, ingegneri del suono, videomaker, social-media manager, promoter ecc. 

Riuscite a fare musica, riuscendo a sganciarvi dalle dinamiche di playlist e di algoritmi dei social? Qual è il vostro rapporto con queste cose? 

Sembra che oggi se vuoi fare musica a un certo livello devi riuscire a funzionare su tutta una serie di aspetti che non sempre hanno a che vedere con la musica stessa. Noi siamo tra quelli che amano scrivere e produrre canzoni ma non amiamo un certo tipo di esposizione. I social potrebbero rappresentare una finestra di osservazione stimolante, ancora meglio se un confronto su momenti di vita artistica e personale, purtroppo però rappresentano spesso una più povera deriva di puro egocentrismo. Diverso il discorso per playlist e algoritmi. Senza perderci in riflessioni troppo profonde, una cosa che abbiamo capito è che può avere senso mantenere una certa frequenza e costanza nella pubblicazione dei brani. Se pubblichi spesso una canzone può fare da traino alla successiva e finire in playlist importanti a volte risulta più probabile.

Vi siete confrontati sul significato del testo “Fatta di te” oppure è stato tutto naturale? Cosa volevate comunicare?

Fatta di te è una canzone autobiografica, non tutte quelle di Ok Ba lo sono ma questa si. C’è un verso della canzone che recita: “Sarai una casa fatta di te”. In quella frase c’è l’immagine più profonda che il testo – nella sua semplicità – cerca di raccontare.

Quali sono i programmi per il resto del 2023? 

Ci siamo ripromessi di riprendere il ritmo pre-covid, cercheremo di pubblicare più canzoni e di suonare di più. Ci piacerebbe molto riuscire a suonare fuori dalla Sardegna, riuscendo ad incastrare più date di fila, anche se la logistica per un gruppo che viene da un’isola è sempre più complicata, vista la penuria di traghetti e aerei disponibili, mettendo in conto pure i costi dei biglietti che aumentano a dismisura nonostante siamo residenti. 

Per quanto riguarda la Sardegna invece, vorremmo collaborare con dei gruppi storici come i Bertas e i Tazenda, magari creando qualche brano in sardo, sarebbe un’esperienza nuova per noi.

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