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Gli In June ci racconta il loro nuovo EP “Collapse”

A tre anni di distanza dalla loro ultima release, In June hanno pubblicato un nuovo EP di tre brani, “Collapse”. Un lavoro breve ma molto compatto, sia per tematiche sia per sound, che contribuisce ad alimentare le speranze che circondano il trio romano. Abbiamo chiacchierato con loro. 

Ciao ragazzi, come mai avete pubblicato un ep da tre brani e quale momento della vostra band fotografa?

L’EP è nato dal bisogno di rimetterci in gioco. Dopo l’assenza di  2 anni e mezzo dalle piattaforme sentivamo la necessità di condividere con il pubblico quello che stava succedendo sul palco e nella sala prove. Sicuramente l’EP fotografa un momento di ritorno all’autenticità e alle origini della nostra band. 

Qual è stato il vostro stato d’animo generale mentre lavoravate su “Collapse”?

Durante il lavoro su “Collapse” eravamo trepidanti ma anche ansiosi perché era la prima volta che ci trovavamo a lavorare da soli e in maniera del tutto indipendente su una pubblicazione. Tuttavia, avevamo il prezioso aiuto del nostro amico e collega Marco Basile che ci ha sostenuti nella registrazione e produzione.

Come descrivereste il vostro sound in “Collapse” rispetto ai vostri lavori precedenti?

I lavori precedenti erano caratterizzati da una minuziosa cura del dettaglio soprattutto dal punto di vista della produzione che a volte distoglieva l’attenzione dalla potenza del suono. Ora il nostro sound si sta trasformando sempre di più in qualcosa di cupo e intenso, alla ricerca di sonorità sempre più potenti e complesse, con una valorizzazione dello strumento suonato e dinamico.

Come è stato il processo di scrittura dei testi per le canzoni di “Collapse”?

I testi dell’EP sono uniti dal filo conduttore dell’introspezione ma anche dell’osservazione esterna dei sentimenti. In “look” si indaga cosa succede quando una relazione si disintegra e il sentimento sfiorisce; in “pointy ends” si soffre per i dolori collettivi dell’umanità con tutte le sue problematiche, che da universali diventano particolari; in “work in progress” si dipinge un quadro di solitudine davanti a quella sofferenza interiore che non sempre riusciamo a condividere. 

Quali saranno i vostri prossimi passi?

Il nostro programma è quello di portare live l’EP in giro per l’Italia, mentre ci mettiamo già a lavoro per le prossime pubblicazioni dato che abbiamo già parecchie canzoni in cantiere. 

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