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#Frittomisto – Episodio 28

Benvenuti in #Frittomisto, la vostra Caffellatte torturerà per voi con domande scomode, divertenti e sovversive, degli artisti scelti da lei ogni settimana

A quale pubblico reale o immaginario pensi sia destinata la tua musica? Te lo sei mai domandato? Oggi proviamo ad indagare in questa direzione grazie all’aiuto prezioso degli artisti selezionati per #Frittomisto:

 

Lagoona

Vertigine racconta il momento in cui ti accorgi che non sei davvero solo, che il silenzio è in realtà un rumore intenso. Vertigine è l’esatto istante in cui ti svegli da un torpore durato un anno intero, e hai solo voglia di iniziare a correre senza più smettere.

A quale pubblico reale o immaginario pensi sia destinata la tua musica?

RISPOSTA: La nostra musica penso che sia destinata a tutte quelle persone con  un’enormità di silenzi e frasi non dette, che vogliono farle uscire [Luca].

 

 

 

Parelle

A volte non serve Rai1 né un televisore da 54 pollici per godere di uno spettacolo in prima serata. A volte bastano quegli occhi, quegli stessi occhi che renderebbero Versailles persino l’abitacolo della tua macchina che non lavi da mesi. E pazienza se non dormi da giorni, se le tue occhiaie descrivono traiettorie imperfette, come le Dolomiti, sì: io su questa pista da scii che ho sotto le palpebre, ci abiterei insieme a te. Ti andrebbe di sentire meno freddo?

A quale pubblico reale o immaginario pensi sia destinata la tua musica?

credo, ma in realtà sogno, ed è tutto quello che vorrei, che la mia musica arrivi in quelle anime che hanno bisogno di sentirsi un po’ meno sole. È come se, attraverso le mie canzoni, io stessi dicendo loro: “non vi preoccupate, scambiamoci una fetta di solitudine per sentirci meno soli”. Fare musica è il mio modo per restare a galla; essere ascoltato, e magari capito, il mio modo per respirare.

 

platìni

platìni – all’anagrafe Marco Platini – è un cantautore e produttore tendenzialmente complesso e piuttosto cretino. La sua musica sta tra l’introverso e l’estroverso, un po’ cantautorato e un po’ musica elettronica. platìni vive costantemente tra la voglia di fare lo scemo e la voglia di essere preso molto serialmente per quello che pensa.
A otto anni inizia a suonare il sassofono in banda, mentre a dodici inizia a scrivere le prime canzoni. Il suo primo brano recita così: “La speranza è l’ultima a morire, ma la mia si sta suicidando” (magnifico spleen della preadolescenza!).
All’età di sedici anni fonda i Rumor, band con cui arriva alle finali di Sanremo Giovani nel 2016 e con cui condivide numerosi palchi in giro per l’Italia e con cui fa un piccolo tour in Irlanda, due EP e un disco.
Con il tempo però l’artista si rende conto di avere ancora tanta voglia di fare musica: così nasce platìni. Il primo singolo, Pronto, esce il 30 aprile, mentre il 22 giugno esce Malimalinconia, una hit estiva dal sapore malinconico.

A quale pubblico reale o immaginario pensi sia destinata la tua musica?

Un sacco di ragazze bellissime con tantissima voglia di fare all’amore con un cantante italiano di nome platìni. Vale? Se così non si può, allora mi piacerebbe che la mia musica arrivasse e interessasse a delle persone che hanno voglia di ascoltare qualcosa che li faccia muovere e smuovere: un po’ ballare e un po’ pensare, un po’ perdersi nella canzone e un po’ ritrovarsi in quello che scrivo. Un pubblico con la voglia di essere attento ai suoni e alle parole, che non si lascia scivolare addosso le canzoni, con l’attenzione e la leggerezza per poter entrare dentro al mio mondo musicale e lasciarsi andare.

 

Giovanni Artegiani

Giovanni Artegiani è un cantautore umbro all’esordio per Revubs Dischi ma con un discreto storico discografico alle spalle. “Lei 1 Lei 2” fotografa le incertezze dell’amore nel tentativo di individuare un termine comune utile a definire l’imprevedibilità del sentimento, e il disvelarsi dell’amore; una conferma circa le capacità di scrittura dell’artista, che nel tempo confidiamo possa alzare ancor più la propria asticella.

Credo che in generale la musica sia destinata a tutti, e che l’ambizione di chi scrive è quella di scorgere un timido cenno di approvazione anche sul volto dell’ ascoltatore più lontano da lui. 

Ma se devo definire un pubblico ideale direi un pubblico di persone che non cede alla paura di guardarsi dentro e scoprirsi e lo fa giorno per giorno, anche quando fa particolarmente soffrire. Un pubblico che non si risparmia nessuna emozione, che sa gioire, annoiarsi e rattristarsi, che vive parte della sua vita dentro di sè, e che all’occhio di un estraneo sembra solo perso mentre sta vivendo visceralmente le sue emozioni più intense.

Frag

Frag mette subito le cose in chiaro con la scena attraverso la pubblicazione di “Come cavolo fai”, singolo d’esordio per l’etichetta spezzina Revubs Dischi dal piglio mainstream senza cedere alla lusinga dell’emulazione: un po’ di Dente, un po’ di Calcutta e tanto Frag in un brano che sa già di tormentone.

Quello che voglio trasmettere con la mia musica è la semplicità delle cose, della quotidianità.

Molto spesso con la frenesia e le vicissitudini della vita ci perdiamo i piccoli gesti.

Cerco sempre di essere una persona trasparente nelle vita, non mi piacciono le mezze misure o le cose non dette, e voglio che questo stil di pensiero venga rapportato alla musica, se c’è verità avrai attorno a te persone vere.

Questo per dire che il pubblico a cui vorrei far arrivare la mia musica è un pubblico sincero e puro.

 

ttom

Dopo 5 lunghi anni in Scozia, ttom è tornato a farsi cullare da Roma, per rendere più fresca l’aria dell’estate appena esplosa. Un pop dalla spinta internazionale che fonda le sue radici sulle splendide sponde del Tevere. Se occhio non vede, cuore non duole; non ci resta che ascoltare il singolo di debutto di ttom, in uscita il 23.6.2021.

Mi piacerebbe che il mio pubblico fosse fatto di persone a cui piace scoprire cose nuove, a cui piace girare per mercatini e fermarsi a comprare cose strane.

 

 

 

MOCA

Un anno fa, i MOCA battezzavano la prima estate pandemica con un disco destinato a lasciare l’acquolina in bocca a chiunque non smette di essere affamato di bellezza. Dopotutto, cosa ci si poteva aspettare dai quattro ragazzi spezzini, che nella vita hanno sempre preferito le domande alle risposte definitive, i dubbi alle facili certezze, le porte che si aprono alla sicurezza di quattro muri claustrofobici?

In effetti, “Oplà Vol. 2” è esattamente tutto questo: una fuga da qualsiasi gabbia di genere, una frequentazione nomadica di stili e linguaggi diversi, una confusione architettata ad arte per ricordare a tutti che “Musica è Libertà” e che non esistono dosaggi giusti se non quelli che derivano dall’urgenza del cuore e dell’istinto; per dirla come loro, “Oplà Vol. 2” altro non è che “un’isola spersa in un arcipelago infinito”, e che voglia che prende di riprendere (subito) il mare! Ma sopratutto, di ripremere play.

Ogni tanto ci sentiamo dei predicatori nel deserto, ma normalmente, e potete verificarlo dalle nostre sponsorizzate su Instagram, il nostro pubblico sono i ragazzi compresi tra i 18 e i 35 anni con voglia di ballare!

 

DANIELE PISTONE

Fuori mercoledì 30 giugno il nuovo singolo di Daniele Pistone dal titolo Il suono di questa città. Il cantautore, originario di Saronno ma globetrotter nell’animo, torna con un pezzo dalle sonorità frizzanti e dal ritmo serrato che ci racconta l’epoca della pandemia vissuta da un musicista.

“Contando che, da più di un anno la musica dal vivo sembra essere quasi un sogno difficile da realizzare, e contando oltre ai benefici economici di chi ci lavora, anche quelli sociali di chi la vive, la mia canzone è destinata a tutte quelle persone, musicisti e non, che amano la musica e non possono vivere senza”

 

GIULIETTACOME

Fuori da venerdì 2 luglio per Visory Records (distr. Universal Music Italia) un nuovo singolo di giuliettacome dal titolo Catcalling. Il brano vede la produzione di Eiemgei (già noto per aver prodotto i primi successi di Madame) e affronta una tematica fortemente attuale mantenendo uno stile ironico e leggero. Un vero e proprio pezzo di denuncia sociale che risulta incisivo senza essere pesante.

“Il mio pubblico ideale è vastissimo. Sono persone di qualsiasi età, etnia, orientamento sessuale e genere. Sono tuttə persone che hanno voglia di ballare e di emozioni sincere. Il mio ascoltatore ideale ama la musica bella, indipendentemente dal genere. Si sofferma sui testi e da valore alle parole ma è anche il tipo che si scatena su un pezzo pop o un tormentone estivo”

 

ASPETTATIVA

Fuori da martedì 15 giugno il nuovo singolo degli Aspettativa dal titolo Saracinesche. Un pezzo dal sapore indie-pop con venature lo-fi che vede la produzione di Marco Carnesecchi e che ci accompagna tra le emozioni di un romanticismo tanto malinconico quanto turbolento.

“La nostra musica è destinata a chiunque come noi non nasconde cosa prova, vuole vivere veramente la vita e sceglie consapevolmente di levare qualsiasi tipo di filtro senza aver paura delle conseguenze essendo se stesso”

 

 

IN ARTE ZENO

Fuori da venerdì 25 giugno per Visory Indie (distr. Believe Italia) il primo singolo di In Arte Zeno, cantautore napoletano classe 1993. Le missioni della NASA è un pezzo indie-pop in cui l’artista ci accompagna tra le aspre emozioni della fine di una relazione, paragonando l’amore ad un viaggio su un altro pianeta, e la fine di esso ad un brusco ritorno sulla Terra.

“La mia musica è semplicemente destinata a tutte quelle persone che non riescono a spiegare a parole quello che provano, le proprie sensazioni, le proprie emozioni e che riescono a trovare conforto e a rivedersi nelle mie canzoni e nei miei testi. Infatti, nei miei testi, spesso, cerco di essere quanto più diretto possibile, perché la mia musica non deve essere per pochi ma per tutti e per tutte le età”.

 

LIMONI

Fuori da venerdì 2 luglio per Visory Indie il nuovo singolo di Limoni dal titolo Stare bene.
Con questo pezzo, composto dallo stesso Limoni con la produzione di Node e il management di Kovoò Agency, il cantautore ferrarese ci trasporta in uno di quei momenti in cui l’unico pensiero è “l’amore fa schifo”, ma in cui il sentimento diventa una sostanza di cui non si può fare a meno: il circolo vizioso in cui si viene intrappolati è difficile da spezzare.

“Non mi sono mai chiesto a che pubblico specifico possa essere destinata la mia musica. Scrivo di ciò che mi accade, delle mie sfighe e delle situazioni in cui mi ritrovo. Il bello di condividere un aspetto personale è che tante persone possono rispecchiarsi in ciò che esprimi e rivedere un pezzo di se stesse all’interno di quella canzone”.

 

Francesco Perrone 

Supertele è il progetto musicale di Francesco Perrone, direttore creativo milanese in ambito street advertising e già dietro le quinte di numerose attività di comunicazione e videoclip in ambito musicale. Il filo conduttore della musica di Supertele (producer, autore e polistrumentista) è la nostalgia, intesa come scoperta, rielaborazione, attualizzazione di suoni del passato. 

La musica che propone oscilla tra l’indie pop con tinte psichedeliche (Mac De Marco, Homeshake, Mild High Club) e incursioni Nu-Soul (Gus Dapperton, Clairo, Yellow Days) dal mood urban e lo-fi, dovuto al frequente uso di synth analogici e sample presi da vecchi vinili e da suoni della vita di tutti i giorni. Il mix è un sound ricco di sfaccettature e difficilmente incasellabile, libero di prendere direzioni diverse e inaspettate.

La mia musica penso sia destinata a un pubblico interessato alla musica e che sappia farsi coinvolgere da scelte non scontate.  

Sicuramente non è adatto a chi ama le tendenze estemporanee e volatili.

 

Daniele Vino

Daniele Vino, classe 1993, pugliese.

Racconta le sue storie chitarra e voce, cercando di portare in musica la sua terra, con i suoi profumi. Si occupa di cucina e gli piace definirsi metà cuoco e metà cantautore. 

Le sue giornate sono canzoni e costruisce la sua prima chitarra con dei ritagli di cartone e degli elastici di mazzi di fiori ad appena nove anni. Pubblica fra il 2010 e il 2015 due piccoli dischi autoprodotti, e suona in giro per la sua Puglia, arrivando nel 2016 ad esibirsi anche  a Dublino, Praga e Edimburgo. Ha aperto i concerti di Lucio Corsi e Calcutta nel 2016, e dal 2017 al 2018 si dedica molto alla scoperta di nuovi orizzonti con una serie di viaggi che lo portano a pubblicare un disco in formato cartolina da viaggio, intitolato Puglia Europa Andata e Ritorno che decide di regalare agli sconosciuti che incontra per strada.Nel 2020 pubblica il singolo “Vita semplice” prodotto dal cantautore e producer Molla.

Penso che la mia musica sia destinata a un pubblico abbastanza nostalgico ma molto spensierato, ho riscontrato questo con le ultime tre canzoni…non voglio insegnare niente con le

Mie canzoni, ma soltanto raccontare un po’ di fatti!

 

INTERVISTA DELLA SETTIMANA: ANDREA DI DONNA

Dopo il fortunato singolo intitolato Cadillac, il poliedrico cantautore Andrea Di Donna torna in scena con un nuovo brano intitolato Senza destinazione, fuori il 25 giugno su tutte le piattaforme digitali, auto prodotto con la collaborazione in fase di mix e master dI Fabio Rizzo (Indigo Palermo), distribuito da Artist First. 

Il brano nasce alla fine dell’estate 2020, sempre nel salotto incasinato di casa di Andrea, esattamente come il precedente singolo, scritto e inciso di getto. 

“All’inizio era soltanto un’impressione, una tra le tante cose che stavo abbozzando. Riascoltandola poi mi sono reso conto che dovevo approfondirla. Ci sono canzoni che hanno la barba e la pancia, lei invece è solo un colore”, afferma l’artista che, in seguito, ha ideato e prodotto il brano interamente home made. 

Senza destinazione parla chiaro, “ti devi spostare tra il microfono e il reattore”, un eccellente riassunto teso ad esprimere la lotta contro la pigrizia per iniziare ed ultimare la canzone, il costante emigrare in un altro posto anche se sempre tra le mura della stessa stanza. Essere concisi è il mantra che spinge Andrea Di Donna a scrivere in tempi brevi e funzionali perché a volte “se ci vuole tanto poi non funziona”, ma lui non voleva questo. Voleva lei. Assolutamente lei.

– Ciao Andrea che piacere averti qui con me oggi. Innanzitutto mi racconti come nasce Senza Destinazione?

Ciao ! piacere mio ! Senza destinazione nasce alla fine dell’estate scorsa, pochi giorni dopo Cadillac. Ero immerso nel fuoco creativo. Volevo a tutti i costi tirare fuori qualcosa che mi mancava. Mi trovavo nel salotto di casa mia in mutande e maglietta. L’ho scritta, l’ho incisa, l’ho salvata e ho tenuto quella versione: un provino in sostanza. Sarebbe stato impossibile ricantarla allo stesso modo, anche perché sono pigro e quando qualcosa che esce già mi convince, non perdo tempo a lavorarci troppo sopra.

– Quali sono i tuoi capi saldi all’interno della scena musicale odierna italiana?

Evito di fare elenchi. Sicuramente ad ispirarmi di più sono i gruppi e i cantautori che pubblicano canzoni scritte, cantate e suonate con reale urgenza.

– Se dovessi scegliere un libro, un colore e un film da associare a senza destinazione, cosa sceglieresti?

Un libro non lo so, non sono un lettore costante e ho letto molto poco nella mia vita; riguardo al colore sicuramente il blu; evito di tentare di accostare il brano a un film già esistente, primo perché non mi viene in mente e secondo perché l’unico film in cui lo vedrei ben collocato non credo sia ancora stato ideato.

– A quale pubblico reale o immaginario pensi sia destinata la tua musica?

Potrò scoprirlo solo col tempo.

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