Sign up with your email address to be the first to know about new products, VIP offers, blog features & more.
[mc4wp_form id="4890"]
Zapisz Zapisz

Forse Danzica ci racconta il suo nuovo singolo “Autocad”

By Posted on 0 No tags 0

É uscito venerdì 5 maggio 2023 su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo di Forse Danzica dal titolo “Autocad“, un nuovo capitolo che segue l’EP “Lunaire” per il progetto che fonde influenze di cantautorato e alternative rock con un immaginario oscuro: come dare una chitarra elettrica a Beetlejuice. Qui, un pianoforte giocattolo scandisce un amore che, corrisposto o meno, è un pretesto per costruire sogni e progetti in un mondo dove tutto è distruzione, con il solo scopo di uscirne vivi e sentirsi più leggeri. O forse solo più rassegnati.

E noi lo abbiamo intervistato.

  1. Che cosa significa “Autocad” e quale significato hai deciso di attribuirgli in questo pezzo?
    Autocad è un software per il disegno tecnico: più o meno un anno fa passavo molto tempo con una persona che lo usava parecchio e in qualche modo mi piaceva che in quel programma fosse possibile costruire qualsiasi cosa e in qualche modo fantasticare e fare progetti pur essendo consapevoli che le circostanze non avrebbero mai permesso di realizzarli. Autocad è un paese delle meraviglie per adulti, e nel pezzo significa esattamente questo: andare a vivere su Autocad significa andare a vivere in un posto in cui gli attriti del mondo non influenzano la nostra voglia di pensare al futuro. Allo stesso tempo significa andare a vivere in un posto in cui sai che non è vero niente. 
  2. Quali pensi possano essere gli elementi di immaginario ed estetica che compongono il mondo di Forse Danzica? E quanto il cinema ha saputo influenzarti in tal senso?
    Nell’ultimo anno ho lavorato a un progetto che potesse raccontare la mia terra attraverso altre terre, ho costruito nella mia testa un parallelismo tra la Siberia e la Padania. C’è una genesi specifica a tutto questo: io sono sempre stato affascinato dalla Russia, dalla letteratura dell’ottocento ma anche dal periodo sovietico. Ho sempre sentito una certa connessione con quell’idea di ampiezza e di freddezza. Da qualche anno stavo tenendo un salvadanaio con i risparmi per un viaggio sulla Transiberiana, il mio sogno più grande da almeno dieci anni. Quando è scoppiata la guerra in Ucraina è cambiato tutto e quel viaggio si è allontanato prima per ragioni pratiche, e poi anche dalla mia mente. Ho cominciato a guardarmi attorno e per la prima volta mi sono riscoperto affascinato dalla mia terra, dalle tratte dei regionali, dalla nebbia e da tutto il resto, e mi sono reso conto che quando mi immaginavo la Transiberiana me la immaginavo esattamente così, solo con i cartelli delle stazioni scritti in cirillico. Da quel pensiero ho iniziato a riflettere sul fatto che, per quanto possa sembrare banale, conoscere qualcosa e rimanerne affascinati significa principalmente scoprire in qualcosa delle conferme di ciò che si era già. Ci sembra di cambiare, ma semplicemente diciamo le cose in modo più chiaro e con riferimenti nuovi. Più che il cinema, mi ha influenzato molto la letteratura. Questo pezzo e quelli che verranno sono nati in un periodo in cui stavo leggendo Marina Cvetaeva. 
  3. Tra le tue recenti collaborazioni, anche quella con Casx? Ce la racconti?
    Io e Casx ci conosciamo da tanto, e lei è la mia art director per il lato visivo di Forse Danzica, nonché la mia principale confidente, critica e compagna di tutto il mio percorso artistico. Ecco, dietro a tutto ciò che di cinematografico c’è in Forse Danzica c’è il suo tocco, la sua cultura a riguardo e la sua sensibilità nel cogliere le idee che stanno alla base della musica che scrivo e trasformarle in immagini attraverso cicli infiniti di riferimenti provenienti da tanti mondi diversi, tra cui quello cinematografico. Ecco, un po’ di tempo fa, all’inizio della nostra conoscenza, mi aveva confessato che anche lei scriveva canzoni, ma non aveva mai avuto il coraggio di farle sul serio. E così io mi sono offerto di produrre il suo disco, perché quello che scriveva mi piaceva, perché credevo che lei potesse fare questa cosa e perché abbiamo tantissimi ascolti e riferimenti comuni. In una delle canzoni ho voluto essere presente in prima persona. 
  4. Programmi per l’estate?
    Traslocare, fare il nuovo disco di Casx, possibilmente andare in vacanza e finire di mixare e masterizzare il resto del disco. 

No Comments Yet.

What do you think?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *