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Asteria ci racconta il suo primo singolo “Ancora”

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ANCORA è il debut single di ASTERIA, nuova voce dell’urban italiano, in uscita il 3 giugno per Humble in distribuzione ADA Music ItalyASTERIA è l’alter ego e la nemesi di Anita Ferrari.  La giovane artista bergamasca debutta con questo singolo nei digital store ma ha all’attivo già diverse apparizioni live: l’anno scorso ha vinto il Premio Bindi e il Premio Nuovo IMAIE ed è stata finalista del Premio dei Premi del MEI a Faenza.

ANCORA è un brano che racchiude l’essenza di ASTERIA, capace di cantare i suoi vent’anni tra le difficoltà e le possibilità di un nuovo mondo, più fluido e disgregato, dove ci si può perdere con grande facilità. Un singolo che fa del proprio conflitto interiore una discoteca generazionale dove si balla sulle solitudini e si urlano le speranze.

Ecco cosa ci ha raccontato!

  • Chi è Asteria e chi è Anita Ferrari?
    Asteria e Anita sono come due facce della stessa medaglia, mi compongono e si influenzano a vicenda e spesso è difficile capire dove finisca una e dove inizi l’altra. Anita sono io a tutto tondo, tutte le mie reazioni, tutto il mio mondo interiore. Asteria è un po’ il filtro che trasforma le mie esperienze in arte e che è in grado di vedere le cose come se fosse sempre la prima volta. Diciamo che Asteria sa raccontare quello che vivo e che sento con un linguaggio musicale tutto suo.
  • Che cosa ha Bergamo dal punto di vista musicale?
    Non frequentando molto gli eventi che offre bergamo non saprei dire. A me personalmente non ha offerto molto a livello musicale. L’ho sempre percepita come una scena molto chiusa ed elitaria se la vuoi fare fatta bene. Gli unici che mi hanno regalato delle esperienze reali e belle sono stati i ragazzi di Pslab, produttori ed artisti, perché ho sempre percepito la scena trap più inclusiva rispetto a quella indie.
  • Che cosa significa “Asteria” e perchè ti rappresenta?
    Asteria è un nome che ho preso in prestito dall’antica cultura greca, per l’esattezza è un titano che nel mito si trasforma in quaglia per scappare dalle attenzioni fastidiose di Zeus (nel mito greco c’è sempre un rimando allo stupro quando si tratta di trasformazioni in elementi naturali). Dopo essersi trasformata in quaglia si gettò nel mar Egeo e si trasformò nell’isola di Ortigia. Ciò che mi è piaciuto di Asteria è, in realtà l’etimologia della parola. Asteria deriva da astra “stella” perché quando è nato Apollo sull’isola si è sprigionata una luce molto intensa. Ho scelto questo nome perché rappresentava il motivo per cui faccio musica. Dare un po’ di luce, un po’ di speranza partendo dalle difficoltà che affronto io nella mia vita.
  • Come hai vissuto il periodo del Covid, e cosa c’è stato di positivo (se c’è stato qualcosa di positivo) da quel momento nero?
    Il covid mi ha tolto tanto e donato altrettanto. Ho percepito la paura di perdere le persone importanti per me, come ad esempio la mia famiglia e sicuramente il non uscire di casa per una persona già di base introversa come me è stato deleterio, mi ha messo un po’ di paranoie addosso. Al contrario però mi ha donato il tempo di scrivere e il tempo di dedicarmi a me stessa, cosa che avevo un po’ perso di vista negli ultimi anni. Mi ha permesso anche di rivalutare le amicizie vere, le persone di cui davvero sentivo la mancanza.
  • E ora?
    Ora spero soltanto che i miei pezzi escano a poco a poco e che girino più cuffiette possibili, credo che la musica sia viva solo se condivisa con gli altri. 

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