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4 chiacchiere con Andrea Spinelli, professione: live painter

Avete mai sentito parlare di Live Painting?

Bene, se non ne avete mai sentito parlare, noi ve lo abbiamo fatto raccontare da un live painter, non uno qualunque, ma colui che ha disegnato più di 32 ritratti artisti in 9 ore, il giorno del concertone del 1 Maggio a Roma e che ha collezionato moltissime partecipazioni ad altri concerti ed ha ritratto altrettanti artisti. Lui è Andrea Spinelli, classe 1990, nato in provincia di Milano.
Abbiamo avuto modo di conoscerlo in prima persona proprio in piazza San Giovanni e vederlo all’opera è stato emozionantissimo: ci ha lasciato senza parole vedere come per tante ore sia riuscito a stare seduto, concentrato e dedicarsi completamente, anche sotto la pioggia. Non potevamo limitarci solo a guardare senza sapere che persona si celasse dietro quei disegni e così abbiamo chiacchierato  con Andrea per sapere qualcosa di più su quest’ arte di cui ha fatto un vero e proprio lavoro.
Ciao Andrea, anzitutto grazie per aver accettato di fare quattro chiacchiere con noi, vogliamo iniziare chiedendoti come hai vissuto  l’ esperienza del concertone e che sensazioni ti ha lasciato.

“Indescrivibile. Non ci crederai, ma ancora oggi, a distanza di un mese, ho difficoltà a metabolizzare alcune cose. È qualcosa di veramente spiazzante. Passi gli anni della tua adolescenza a vedere il Concertone in TV e mai penseresti di poter finire lì un giorno, con il tuo progetto… Unica nota dolente sono stati i volumi che, a causa della posizione in cui mi trovavo (praticamente per 8 ore sotto cassa) non mi ha permesso di godere pienamente della musica e ha affaticato parecchio le mie orecchie. Ma come si dice… i “rischi” del mestiere!”

Come definisci la tua arte e come ti definisci tu come artista?
“Mi definisco come “uno che fa”. Non so se faccio arte, non so se sono un artista, so solo che amo quello che faccio, mi fa sentire vivo e pulisce la mia testa da tossine e cattivi pensieri. Questa è la cosa che conta di più, da sempre. Poi certo, è una grande soddisfazione essere chiamato “artista”, lo è anche quando definiscono “arte” quello che fai, questo è indubbio… ma definisco tutto quello che faccio come qualcosa di necessario al fine di rendere la mia vita qualitativamente degna (e tante volte anche molto più che degna!)”

Com’è nata l’idea di disegnare gli artisti durante l’esibizione, o meglio come hai cominciato?
“Ho iniziato disegnando sulle pagine di un libro che avevo comprato in un mercatino dell’usato di paese. Era un periodo un pò triste per me, la mia band si era sciolta (sono anche batterista) e io artisticamente ero spiazzato, non sapevo che fare. Poi, quella stessa sera, sarei dovuto andare al concerto dei Management Del Dolore Post Operatorio e dentro di me ho pensato: perchè non provare a unire queste mie due passioni? Musica e disegno. Il resto poi è venuto da sè!”

Come nasce in te questa passione?
“Il disegno nasce in me come un’abilità innata, già da piccolino amavo passare intere giornate immerso nei miei scarabocchi. Poi alle medie è nata questa passione travolgente per il rock ‘n roll… così, inspiegabilmente. Forse avevo bisogno di mettermi in gioco da un punto di vista più “fisico”. Perciò ho scelto anche uno strumento che è l’emblema della fisicità, ovvero la batteria. Suono da più di 10 anni ed è un grande amore. La musica, se ti prende, credo non ti abbandoni più per tutta la vita, anche se smetti di suonare per molto tempo”.

Come vivi il concerto mentre stai nel tuo banchetto a disegnare?

Dipende dall’entità del concerto: se si tratta di un concerto intimo, emotivamente è molto più semplice da gestire; se si tratta del Primo Maggio, ad esempio, è uno stress molto maggiore: devi confrontarti con altre realtà (i fotografi ad esempio o le telecamere della RAI che potrebbero inquadrarti) e per di più dietro di te ci sono migliaia di persone che ballano e cantano. Questo può comportare molta difficoltà dal punto di vista della concentrazione. Ma per fortuna ho un trucco nella mia valigetta: la meditazione! Fondamentale. Mi aiuta a focalizzare e distendere i nervi”.

Qual è il tuo segreto? Come fai ad essere così veloce quando disegni?
Anche qui ti rispondo con: meditazione! Aiuta davvero molto. Un sacco di artisti la praticano regolarmente e questo permette loro di avere un boost creativo incredibile, per quanto invece la meditazione sia una pratica che ti impone di “rallentare” in un certo senso. Ma non è assolutamente un paradosso: rallentare ti permette di vedere l’utile, l’essenza delle cose e quindi di sfoltire ciò che non serve. Ecco, bisogna avere la mente abbastanza “sgombra” e lasciar comandare il cuore. Essere ricettivi!”

Ultimamente abbiamo visto che sta nascendo un nuovo progetto: animare i tuoi disegni, giusto? Come si chiama e com’è nata questa idea?
“Sei attentissima! È un progetto del quale non ti dirò molto perchè sono estremamente scaramantico riguardo il parlare di cosa bolle in pentola: finchè non ho l’assoluta certezza di cosa ne farò, non parlo mai di ciò che ho in lavorazione. Però posso dirti che “aLive Painting” sarà il nome che darò a questo nuovo capitolo del mio percorso artistico. Ho tantissime idee a riguardo e le sto sviluppando giorno per giorno!

Che genere di musica preferisci?
“Amo tutta la musica che viene suonata e comunicata con onestà e passione, il genere è in secondo piano. Ascolto di tutto, dall’EDM al Rock al Pop ai Cantautori. Anche il jazz mi piace! Forse ho un pò di difficoltà con il Rap, ecco quello si, ma non ho nessun pregiudizio a riguardo”.

Hai qualche artista che sogni di poter disegnare in live?
“Ho avuto la fortuna di disegnare artisti che amo da sempre, su tutti gli Afterhours! Sono un loro grande fan. E poi gli altri big che ho ritratto: Eugenio Finardi, Antonella Ruggiero, Planet Funk, Editors… ce ne sono davvero molti. Forse il mio prossimo obiettivo è quello di ritrarre dal vivo band estere”.

L’ ultima domanda che ti vogliamo fare è: oltre al live painter ai concerti, ti sei confrontato con qualche altra altra disciplina?
“Sono cintura nera di karate (ma non lo pratico da anni) e amo cucinare (piatti salati per lo più). Per un periodo della mia vita ero scimmiatissimo col comporre musica elettronica. Poi mi piace cantare ma non ne sono capace, ma questo è un segreto tra me e la doccia di casa!”

Grazie ancora Andrea, a presto!

 

Emanuela Mereu

Credit: Nicola Cardì

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