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Aigì e le sue “Nuvole” – Leggi l’intervista

Il pop esistenziale di Aigì e il suo ultimo singolo “Nuvole”, disponibile su tutte le piattaforme digitali.

Avete bisogno di qualcosa di diverso dal solito pop da quattro soldi, propinato dalle playlist di settore e dalle riviste del mainstream? Beh, allora la musica di Aigì è quello che fa per voi: un balsamo per l’anima, capace di far ricredere chi pensa che siano finiti i tempi dei cantautori!

La canzone d’autore, in realtà, è florida e lotta per emergere anche attraverso le canzoni di artisti come Antonio, che non rinuncia alla profondità della poesia pur ricercando sonorità capaci di arrivare a tutti, senza chiudersi nella nicchia di un’autoreferenzialità fine a sé stessa: Aigì è un nome da scoprire perché abile nel trovare quel sottile equilibrio tra ricercato e popolare, tra sacro e profano, tra leggerezza e profondità.

In questo senso, il “pop esistenziale” di “Nuvole”, il suo ultimo singolo, non poteva che colpirci: godetevi questa chiacchiera che ci siamo fatti con l’artista, che si è ben volentieri prestato al nostro fuoco incrociato!

Leggi l’intervista.

Bentrovato su Tuttigiùparterre, caro Aigì! Senti, partiamo dalle cose semplici… Ci racconti perché hai scelto “Aigì” come tuo nome d’arte

Ciao a tutti gli amici di Tuttigiùparterre! Aigì è semplicemente la pronuncia delle iniziali del mio nome anagrafico: Antonio Il Grande.

Hai pubblicato il tuo primo singolo ormai diversi anni fa, ma non hai ancora pubblicato il tuo disco d’esordio… è una scelta in linea con le ultime dinamiche del mercato, la tua, oppure stai prendendoti il tempo necessario per capire quale vestito dare al tuo album di debutto?

Diciamo che le prime uscite non erano pensate come parte di un progetto più ampio, solo lo scorso anno è nata l’idea di lavorare a un EP d’esordio. Da “Io che non” in poi le canzoni faranno parte di Sbalzi d’umore: un EP di sei canzoni con sei diverse sonorità per sei diversi stati d’animo.

Il tuo ultimo singolo, “Nuvole”, apre lo spioncino su un mondo personale fatto di ricerca su sé stessi e allo stesso tempo di necessità di incontrare l’altro, di trovarlo a tutti i costi… insomma, la scoperta della propria persona è qualcosa che avviene in solitaria, o si ha sempre bisogno dell’altro da sé?

Nuvole è una canzone che parla di uno stato d’animo collettivo. Nei miei coetanei trovo spesso delle costanti che mi fanno riflettere su quanto quello che vivo sia di portata generazionale.

Hai definito il tuo genere come “esistenzial-pop”: in che senso credi di essere “esistenzialista” e in che senso credi di essere “pop”? Insomma, cosa significano per te queste due parole?

Sono felice di questa domanda. Sono due lati della stessa medaglia nel mio modo di concepire la musica: esistenziale per il punto di vista che adotto quando scrivo canzoni, che è sempre rivolto all’individuo in sé e alla sua esperienza dell’esistere che riguarda tutti, a prescindere dai tempi e dai luoghi; pop perché questa prospettiva è accompagnata da una musica dal linguaggio tipico del pop mainstream, con melodie cantabili, strutture più o meno definite e, in molti casi, sonorità ballabili.

Dai tuoi social, pare che tu abbia intrapreso ultimamente una fitta e densa attività live. Cosa significa per te suonare dal vivo, e quanto credi sia importante, oggi, trovare nuovi palchi sui quali esibirsi?

Suonare dal vivo mi riconcilia con il motivo per cui la musica esiste: comunicare e unire le persone. È bellissimo pensare di poterlo fare, nel mio piccolo, anche con le mie canzoni.

Hai in programma qualche passo importante? Magari, chissà, proprio la pubblicazione di un disco?

Entro la fine dell’anno uscirà Sbalzi d’umore, e sarà un bel viaggio… promesso!

 

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