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Post Ascolto: Gianni Maroccolo in “Alone. Vol. III”

La storia di Loletta.

Recensione a cura di Davide Lucarelli

Gianni Maroccolo è un nome storico della musica italiana, uno di quelli che la musica italiana degli ultimi decenni l’ha vissuta attivamente e ha contribuito a plasmarla in vari modi. Già membro fondatore dei Litfiba, produttore dell’ultimo album dei CCCP e poi membro dei Marlene Kuntz per due album e un tour, tra l’altro, ha recentemente intrapreso il progetto Alone, un’opera musicale perpetua, i cui capitoli sono pubblicati con cadenza semestrale, il 17 giugno e il 17 dicembre di ogni anno. Alone. Vol. III è l’ultima uscita di questa visionaria opera che racchiude arte visiva (ogni copertina, illustrazione di Marco Cazzato, è, per se, un’opera d’arte), narrativa e musica.

 

 

Alone. Vol. III è un’operetta suddivisa in due brevi atti, di circa venti minuti ciascuno, anticipati da un’overture intitolata Storia di Loletta, in cui un’atmosfera cupa e l’amato basso di Maroccolo, introducono al clima dell’opera, alla palude della violenza che stiamo per attraversare e da cui, come una libellula nascente (animale simbolo del disco), dovremo cercare di uscire. Il primo atto si intitola The Slash. E’ l’inizio della storia di Loletta. Il testo, scritto da Nina Maroccolo e recitato dall’autore e compositore Luca Swanz Andriolo, è accompagnato inizialmente una musica ritmata e oscura. Loletta, cade, cade perché “I suoi piedi non mentono”, cade e si accinge ad intraprendere un viaggio nella palude della violenza umana. Un viaggio tortuoso, che è accompagnato da colori musicali variabili, torbidi, che spaziano da sonorità minimalistiche a sezioni dai toni sacrali, quasi epici. Catene è il secondo atto. Il viaggio di Loletta è ormai iniziato. La desolazione ha portato ad una rassegnazione alla condizione attuale. Improvvisamente “Liturgy of Salvation”. Loletta esce lentamente, a fatica, dal suo torpore per giungere, accompagnata finalmente dal suono acuto di un sintetizzatore, tra le “Anime radiose” e reimmergersi nella vita di tutti i giorni, con una nuova cognizione.

 

 

Alone è un’opera musicale moderna. Una di quelle che ricordano che la musica non è solo pop, non è solo ballo, non è solo leggera. La musica è in grado di muovere emozioni di ogni tipo, di raccontare storie e smuovere coscienze come niente altro riesce a fare. La musica è il mistero di come semplici onde di pressione longitudinali possano bussare alle porte dell’anima delle persone.

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