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Quando ho incontrato TGP: IMPERATORE

“L’uscita che cos’è, se non l’origine?”

Intervista a cura di Umberto Matera

Il 15 maggio è uscito LABIRINTO, primo singolo singolo di IMPERATORE. Come nome d’arte vi sembra un po’ too much? Mania di grandezza? Delirio di onnipotenza? È semplicemente il suo cognome, ma riesce perfettamente a sintetizzare il suo sound. Marco Imperatore. Dai, come poteva non chiamarsi IMPERATORE?

LABIRINTO è un brano dirompente che fonde una matrice rock ad esperimenti elettronici perfettamente riusciti. Nel testo si parla di paura: la paura di sbagliare in particolare e del senso di immobilismo che ci pervade in questa situazione. Bisogna andare avanti? Indietro? Stare fermi? Chi può dirlo, ogni labirinto mentale è diverso, ma Marco ci suggerisce di buttarci, di smarrirci nel tentativo di trovare la nostra strada. Ne parliamo meglio con lui.

Il brano è stato prodotto da Pierfrancesco Speziale (a.k.a. Labbè) per iSugo Records ed è distribuito da Artist First.

 

 

Ciao Marco! LABIRINTO è il tuo primo singolo e la cosa sorprendente è l’abbinamento fra potenza del sound e il testo, molto riflessivo e se vogliamo intimo. Come mai questo accostamento? C’è stato un evento in particolare che ti ha ispirato per la scrittura?

Più che un singolo evento è stato un periodo. Ho vissuto due anni da solo a Sulmona, in Abruzzo; può sembrare banale ma per me è stata un’esperienza fondamentale perchè mi ha permesso di parlare molto con me stesso, di farmi delle domande provando a darmi delle risposte sia per quanto riguarda i dubbi sul mio futuro professionale che dal punto di vista umano. Tutte cose positive, se solo fossi una persona risoluta. Per me è impossibile prendere una decisione velocemente. La musica serve quindi a darmi una scossa, a farmi andare avanti, indietro, da qualsiasi parte a patto che mi faccia dare una mossa nonostante io sia perennemente indeciso e insicuro, come il testo di LABIRINTO.

 

Nei tuoi post sui social si nota una sorta di vena nerd, confermi?

Si, assolutamente. Io sono letteralmente un malato di videogiochi, anime e fumetti, fin da piccolo, quindi sui social non riesco a trascurare questa parte di me; anzi, voglio che sia fra le peculiarità della mia immagine. Inoltre andando sul mio profilo Instagram i nerd più attenti potranno notare che in descrizione c’è scritto “Mako VII“, che ha un doppio significato: oltre al fatto che Mako è diventato praticamente il mio soprannome ufficiale, è un riferimento al mio capitolo preferito (il settimo ndr) di una delle mie saghe preferite, quella di Final Fantasy.

 

IMPEARATORE LABIRINTO

 

Com’è far uscire il primo singolo senza la possibilità di suonarlo dal vivo?  

Sto patendo tantissimo il fatto non poter suonare in giro. Penso che il live sia sicuramente la parte più importante per la crescita di un artista: puoi esprimerti liberamente, creare empatia col pubblico, definire la tua personalità ed è un aspetto che per me è imprescindibile. Dall’altro canto in questo periodo sto riscoprendo tantissime cose che prima non avevo il tempo di fare, come leggere un libro o spaccarmi alla Playstation; cose che poi mi permettono anche di essere creativo e lavorare a nuova musica. Si può dire stiamo facendo tutti il pieno di tempo per noi stessi in vista del futuro.

 

Nel testo di LABIRINTO c’è anche lo zampino di Moscardi, altro artista di iSugo Records: com’è nato il rapporto con lui e con l’etichetta?

Ho conosciuto Moscardi in Conservatorio, a Pescara. Ho ascoltato le sue canzoni, mi sono subito piaciute ed è stato grazie a lui che mi sono avvicinato alla scrittura in italiano. La fortuna ha poi voluto che l’anno successivo diventassimo coinquilini (tra l’altro con vive anche Manuel (marasmo ndr), anche lui artista di iSugo) e da lì la collaborazione è nata spontaneamente, nella cucina di casa nostra. Ho una grandissima stima nei confronti di Moscardi, lo reputo come una sorta di guida, quando scriviamo insieme riesce a raccogliere le mie idee e metterle in ordine, senza di lui sarei perso. La collaborazione con iSugo Records è nata anch’essa spontaneamente, anzi è stato dall’incontro di noi artisti con Pierfrancesco Speziale al CET di Mogol che è scaturita la nascita di iSugo, che in questo senso è una macchina home-made (letteralmente, dato che è nata in casa nostra). Il punto di forza e vero propulsore della squadra è stata la stima reciproca e la voglia da parte di ciascuno di noi di far uscire il meglio da se stesso e dall’altro.

 

Tu sei nato a Sulmona, cresciuto a Roma ma ormai vivi a Pescara da parecchi anni: com’è la scena musicale pescarese?

È una scena molto varia ed è in crescita; durante i primi anni a Pescara c’erano parecchie cover band a suonare nei locali ma la situazione un paio di anni fa ha iniziato a cambiare. Nuovi artisti giovani provenienti da tutta Italia si sono trasferiti a Pescara per frequentare i nuovi corsi di Pop del Conservatorio, che è stato un po’ il fulcro al quale poi si è costruito il bel movimento che c’è adesso. Poi ci sono stati locali come lo Scumm e il Babilonia oppure realtà più giovani come Suonacele che hanno sempre portato avanti la bandiera della musica inedita; questo atteggiamento propositivo è stato la fortuna di noi artisti e speriamo possa mettere in luce tutti i talenti che ci sono a Pescara.

 

Domanda parterriana finale: non appena riprenderanno i concerti quali saranno i 3 biglietti che comprerai per primi?

In questa quarantena mi è salita la nostalgia del punk rock alla Blink-182, quindi vorrei assolutamente andare a sentire loro. Inoltre devo assolutamente vedere Pearl Jam e Foo Fighters, due gruppi che adoro e che non sono mai riuscito a sentire dal vivo. Ho voglia di carica, di energia.

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