
Alla Casa della Musica il rock pulsa forte. Piero Pelù arriva a Napoli con Il ritorno del Diablo Tour e porta con sé un concentrato di energia, storia e sudore. Il pubblico lo accoglie come si accoglie un fratello maggiore, uno sciamano, un guerriero del suono. È un ritorno attesissimo e la città risponde con un boato.
Il live si apre con Lo spettacolo, e il titolo è già una promessa mantenuta. Pelù sale sul palco in forma smagliante, il piglio è quello di sempre, il carisma è intatto. Subito dopo arrivano Eroi nel vento e La preda: la voce graffia, la band picchia duro, il pubblico è già in delirio.
Non c’è spazio per l’effetto nostalgia: ogni brano ha la forza del presente. Novichok e Maledetto cuore si fanno spazio con la loro carica tagliente, mentre Io ci sarò – suonata forse un filo troppo veloce – conserva comunque l’intensità di sempre.
Con Il volo e Istanbul il live prende respiro, si fa più epico, mentre No frontiere arriva introdotta da un discorso che Piero Pelù dedica all’abbattimento di ogni muro: «Qui non ci sono confini, siamo tutti uguali», dice. E quando attacca Spirito, lancia un messaggio chiaro: “L’unica razza è quella umana”. Il pubblico applaude, vibra, si riconosce.
Nel cuore dello show arrivano le vampate h ruvide: Bomba boomerang, Gigante, Toro loco e El Diablo trasformano la Casa della Musica in un’arena ribollente. Il pogo è inevitabile, le mani alzate sono ovunque. È un momento tribale e collettivo di condivisione.
Il finale è un crescendo: Lulù e Marlene, Proibito, Gioconda e Tziganata riportano il sound Litfiba al centro della scena. Pelù non si risparmia un attimo, corre, urla, incanta. La band lo segue con precisione e fuoco.
Non c’è spazio per finzioni o bis telefonati: Piero Pelù scende dal palco sudato, urlante, felice. Il pubblico lo saluta con gratitudine e fame. A 62 anni “suonati”, il Diablo continua a infiammare i palchi con l’energia di un ventenne e la consapevolezza di chi ha attraversato decenni di musica riconfermandosi sempre tra le leggende del rock italiano.
Pelù non torna. Pelù c’è. Sempre e Napoli risponde col cuore aperto e le braccia al cielo.
A cura di Stefano STRE Crispino
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