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“Mondo Peplum” di Torso Virile Colossale è il disco con cui vorreste chiudere l’anno || Recensione

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Rimaniamo sempre colpiti quando un disco non è solo un disco, ma un mondo. E in questo periodo di ingordigia musicale, di singoli asettici e imitazioni continue di un Miami perenne, timidamente si fa avanti il progetto del poliedrico Alessandro Grazian, Torso Virile Colossale. Gli ingredienti sono: muscoli, sandali, un background rock, e la passione per un movimento cinematografico ormai estinto, ma che negli anni Cinquanta e Sessanta aveva conquistato gli occhi di più di un adolescente al cinema, portando sullo schermo le storie (e i muscoli) di Ercole, Sansone e tutti quei personaggi collaterali che forse avete odiato quando la vostra ragazza che frequentava il liceo classico blaterava senza sosta.

Dopo una pandemia globale, che sembra di stare in un film firmato da Ed Wood, instancabile, Grazian ha ricreato un palpitante nuovo album (un nuovo volume dopo il debutto di cinque anni fa) mettendo insieme fiati, percussioni, archi e la sua immancabile chitarra elettrica: musiche per una colonna sonora fantascientifica di un film di quegli anni, il film preferito di vostro padre, il tutto immerso in influenze underground dove convivono l’alternative rock degli anni Novanta e movenze psichedeliche.

Le tracce di questo nuovo volume sono dodici, forse non a caso come le fatiche di Ercole, e ci portano in un mondo lontano da questa nostra (di noi che scriviamo) Roma frenetica e trafficata, per ridarci quella iconica delle versioni di latino. E fraintendete questo universo macista, quello di questi eroi oggi incompresi è un mondo romantico e a tratti esotico, dove la voce di Rachele Bastreghi (dei Baustelle) è in grado ipnotizzarci, da osservare con distanza e con la giusta ironia. Torso Virile Colossale è l’argomento che potrà rendervi dei fighi a Capodanno, avete ancora qualche giorno per ascoltarlo.

LV

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