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Liam ci racconta il suo nuovo singolo “Lei lei”

Dal 10 dicembre è disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming “LEI LEI” (BIT Records), nuovo singolo di LIAM.

LEI LEI”, nuova release di LIAM, contiene tutti gli ingredienti del genere musicale che sarà protagonista delle sue prossime produzioni. Le sonorità sono un mix tra il rock, il punk e l’elettronica pop che dà vita alla vera forma di LIAM, quella energica, ruvida e melodicamente orecchiabile.

«Ho riscoperto me stesso in questa canzone, la prima di una lunga lista di pezzi che avranno al loro interno quello che mi rappresenta da sempre: l’energia – spiega l’artista a proposito del pezzo – La cassa dritta, la chitarra elettrica, i pad ruvidi descrivono alla perfezione il genere che sto andando ad esporre e il suo significato: una rabbia repressa verso qualcuno che ti ha lasciato andare, la consapevolezza di aver perso un amore, il rimpianto del ricordo, la rassegnazione a ciò che ci opprime psicologicamente. Penso di aver trovato me stesso in questo stile, sia come persona, ma anche come artista. La pazzia che mi rappresenta, che caratterizza anche il mio essere espansivo, relazionale e impulsivo si sposa con questi suoni moderni, freschi, melodici e con il mio timbro di voce, profondo, graffiato ed energico».

Qual è il pubblico che secondo te può apprezzare maggiormente la tua musica?

Credo che le mie canzoni sono condivisibili da tutti, anche se siano molto più dirette a quell’amore giovane, adolescenziale, anche un po’ stupido innocente e spensierato. Io sto imparando e crescendo grazie anche alla musica come persona e come artista, credo che chi si senta in difficoltà, chi abbia un vuoto per qualsiasi motivo, riesca a colmarlo, o almeno riesca a sentirsi capito, grazie ai miei testi.

 

Se dovessi convincerci ad ascoltare “Lei lei” con una sola frase, cosa diresti?

Hai una persona che quando vedi, impazzisci? Anche io, e lo scrivo qui.

 

Come dovrebbe essere secondo te un live perfetto?

Pieno di musica vera, persone, e luci.

 

Come senti di essere evoluto dall’inizio da quando ti sei avvicinato alla musica per la prima volta ad oggi?

Ho fatto grandi passi in avanti e molti progressi, ne sono consapevole e me lo ripetono sempre quelle persone che mi ascoltano e mi seguono da tanto, ancora dal primo pezzo che ho fatto uscire. Devo questo a passione, costanza ed esperienza: provare tanto, sperimentare, avere voglia di mettersi ore davanti ad uno strumento, ad un foglio o ad un computer per far uscire qualcosa di tuo che ti appartiene e che ti veste bene addosso. Penso di raggiungere piano piano la forma musicale che più mi rende vivo e libero di esprimermi, ma preferisco rincorrere sempre e non fermarmi mai per poter imparare sempre qualcosa in più.

 

C’è un artista, italiano o straniero, con cui vorresti incidere un pezzo?

Certo, ce ne sono molti. Per me le collaborazioni sono importantissime perché ti permettono di condividere esperienza e modo diversi. In Italia amo molto lo stile di Irama e Blanco, ma anche Ultimo tiene in alto la musica pop italiana. All’estero punterei su One Republic, idoli da sempre e Machine Gun Kelly, che più si avvicina alla wave che sto seguendo adesso.

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