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La piccola grande festa di Maciste: reunion di famiglia all’Ex Dogana

di Giorgia Groccia.
foto di Daria Falconi.

Il 27 ottobre 2018 la suggestiva Ex Dogana-Scalo Est di Roma ha ospitato una piccola grande festa inaspettata e accolta da un pubblico in visibilio, in attesa di poter assaporare la buona musica offerta da casa Maciste Dischi. L’evento, letteralmente sold out, è stato concepito in occasione della fine dell’estate e l’inizio di una prima accarezzata brezza autunnale che si accinge ad accogliere delle grandissime novità, nuovi progetti in ascesa, tour da annunciare per il prossimo anno e soprattutto nuove uscite discografiche attesissime dai numerosi fan.

L’evento, sponsorizzato da Nastro Azzurro Live e in media partnership con Rolling Stones Italia e Radio Sonica, osserva in apertura un magico tris composto da nuove leve promettenti entrate a far parte recentemente della famiglia Maciste Dischi. Ritroviamo quindi Fulminacci, nome di cui sentiremo parlare parecchio in un futuro decisamente ravvicinato, Mox, con la sua San Lorenzo ed il ricordo persistente di una lei lontana chissà dove, chissà con chi; come pioggia, i brani di Mox, costellano una patina malinconica che ricorda sentimenti antichi raccontati dai cantautori, dalle persone innamorate, da una penna sincera. Infine, per chiudere il triangolo delle meraviglie, abbiamo avuto l’immenso piacere di ascoltare le turbe giovanili raccontate dalla calda voce e dalle sonorità psichedeliche di Diamine, un connubio vincente tra un aggiornato romanticismo e qualche scheggia incastrata nelle piccole cose e nella grande ricerca dell’essere, e soprattutto nel cosa essere. Ritroviamo anche i Siberia, storica band di casa Maciste, che trasporta sul palco un’arte fuori dal tempo a cavallo tra le reminiscenze new/dark wave e una proiezione futurista della nuova ondata It pop, una combo perfetta.

A seguire il pubblico dell’Ex Dogana si incendia e, trepidante, reclama a gran voce Marco Cantagalli, in arte Galeffi, l’ultimo dei romantici, quell’animo gentile che, a volte, quando si arrabbia, tira fuori una grinta innata che contraddistingue la sua musica in tutto e per tutto.
L’artista si esibisce in duo acustico insieme al fidato chitarrista Luigi Winkler. I brani in questione, ovvero Candy di Paolo Nutini, One day di Asaf Avidan, l’inaspettata One more time di Britney Spears e l’evergreen per eccellenza Pop porno, sono alcune delle cover interpretate anche durante il fortunatissimo tour estivo del giovane cantautore. In chiusura ritroviamo Galeffi alla tastiera, e il pubblico totalmente conquistato da Uffa e Occhiaie, intonata perfettamente all’unisono e con grandi calorosi applausi a seguito.

 

 

A seguire si palesa, tra le luci e la folla, una grande immensa special guest: Dente, che fa capolino sul palco vestito con i suoi brani migliori. A me piace lei, Baby Building e Beato me, per poi regalare al proprio pubblico un’intensa versione di Vieni a vivere insieme a Matteo Mobrici, poliedrico frontman dei Canova a cui Dente passa il testimone un attimo dopo.

E sono proprio i Canova ad aver ingegnato una performance composta su vari livelli di arrangiamento; in un primo momento Mobrici si esibisce da solo, in acustico, con il brano Manzarek: galeotta fu la maglietta dei Doors e le nudità disegnate tra un fermo immagine ed un rewind stampato in memoria, osservato con la stessa intensità con cui si assaporano i tramonti e il mare in autunno.

Si prosegue con Vita sociale ed Expo accompagnata dal chitarrista e pianista della band, Fabio Brando. Si chiude in grande stile con Santa Maria e con Threesome: la band, ormai riunita sul palco, è pronta a decantare il sogno d’amore saffico e promiscuo di un giovane che, a fine racconto, come da copione, resta a bocca asciutta, e deluso se ne torna a casa con le ossa rotte. Un classico. Soprattutto un vero e proprio successo.

L’ultimo, ma non in termini d’importanza, è l’attesissimo Gazzelle, narratore per eccellenza delle notti brave, degli amori torbidi, dell’insonnia costante, il poeta dei ricordi bellissimi che fanno male, delle sere che picchiano forti in testa e non risparmiano mai il tempo che si impiega a rimuoverle.

 

 

Il cantautore, in questa occasione, decide di interpretare la maggior parte dei suoi successi in chiave orchestrale: una chicca inedita pensata appositamente in occasione della réunion. Si susseguono, tra un pubblico completamente innamorato e una visibile commozione sul volto dell’artista, brani come Meglio così, Tutta la vita-ultimo, singolo già divenuto tormentone indiscusso tra fila di romantici amanti del “si beve per dimenticare”-Quella te, Nmrpm e Non sei tu. Gazzelle annuncia a gran voce la promessa di un disco nuovo in dirittura d’arrivo, e ringrazia il pubblico e la Maciste per avergli dato l’opportunità di far conoscere ai più la propria musica.

Le realtà indipendenti oggigiorno stanno costruendo mattone su mattone, tassello dopo tassello, un’intricata ed intensa rosa di artisti che hanno qualcosa da dire, artisti differenti, che scrivono, scrivono bene e che amano toccare con mano le profonde venature e contraddizioni dell’essere umano e dell’essere umani: una policromia vastissima di irrazionalità, brividi caldi ma anche profonde riflessioni. Maciste, con questa piccola grande festa, ha regalato al proprio pubblico di affezionati e ai propri artisti una serata memorabile con un focus puntato tra la buona musica e il sano divertimento, lo splendore di cantarsi accanto e accarezzarsi le mani tirate su al cielo all’ombra della propria canzone preferita. Musica è condivisione, la musica sono i concerti: sono proprio gli eventi come questo a fare davvero la differenza.

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