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Iohosemprevoglia: “Mi piaceva da morire” è il nuovo singolo – Leggi l’intervista

“Perché c’è sempre una sensazione che ci folgora in un momento inaspettato, un profumo, un colore, una canzone, una parte che solo noi conosciamo del volto di qualcuno che abbiamo tanto amato e che ora non abita più il nostro cuore”

“Mi piaceva da morire”  è la prima di una serie di canzoni che reintroduce, sotto una luce nuova, diversa, più letteraria, gli Iohosemprevoglia al pubblico. Canzoni che saranno pubblicate tutte nell’arco di un anno. Dopo un periodo di pausa, Vittorio, Silvio, Onny e Andrea si sono ritrovati a lavorare su una manciata di nuovi brani.

Nella loro sala prove tra le colline di Monopoli, tra qualche difficoltà pandemica, hanno spontaneamente sviluppato una dimensione più piccola e intima. Questo li ha naturalmente portati a utilizzare soltanto strumenti reali. La separazione coi dischi precedenti è marcata dall’assenza di batterie elettroniche, strumenti virtuali e campionamenti; non è stata una scelta, ma un’attitudine fisiologica nella quale si sono sentiti a loro agio e che hanno deciso di perseguire. 

Con il produttore artistico Francesco Capoti (ORBITA DISCHI), hanno lavorato a una serie consistente di arrangiamenti e preproduzioni per poi decidere di registrare le versioni definitive nel proprio stesso studio. Il missaggio di questa e delle altre canzoni è stato realizzato da Nanni Surace al PURE ROCK STUDIO (Negramaro) e il mastering da Pietro Caramelli (Måneskin). 

Leggi l’intervista.

Ciao ragazzi, benvenuti in Tutti giù Parterre. Da poco è uscito il vostro nuovo singolo “Mi piaceva da morire”, che definite una “galleria di fotografie musicalmente emozionali, potenti quanto intime”. Qual è stata, tra tutte, la fotografia che vi ha portato alla scrittura di questo brano? 

Ciao, piacere di essere con voi, qui Vittorio (voce/chitarra). Di tutte, l’immagine che di “Mi piaceva da morire” più mi ha accalappiato, è quella della domenica che finiva, assieme a un novecento allegorico, in un bicchiere (da mandare giù o che facesse inebriare, l’interpretazione la lasciamo a chi ascolta).

Un brano che celebra una malinconia utile, in che senso?

Vedete, ci sono solitudini e malinconie che possono fare del male, possono entrarci sotto la pelle e fare grossi danni, mentre ci sono solitudini e malinconie che ci donano l’enorme privilegio di poter dialogare con noi stessi e quindi qui, nella malinconia di un passato velato da un’esistenza che nel frattempo è andata avanti per i fatti suoi, che si può scorgere l’utilità di quello che è stato. Allontanandoci, la visione che abbiamo sulle cose, migliora.

Per voi la felicità è qualcosa di inarrivabile? Siete mai stati felici, sul serio?

Per gli altri non posso parlare, ma credo di sì. Abbiamo avuto soddisfazioni che nemmeno pensavamo di poterci permettere di sognare, siamo in una band da tantissimi anni e continuiamo a divertirci suonando. Più in generale, invece, per la vita, qualcuno potrebbe rispondere sì, altri no, ma alle volte semplicemente non ci facciamo caso (e invece dovremmo).

Avete vissuto un periodo in cui le vostre strade si sono divise… poi vi siete ritrovati. Com’è stato quel periodo dove eravate “distanti”? Vi ha aiutato ad essere ciò che siete oggi?

Ci ha aiutato sì, eccome! Da adolescenti eravamo una comitiva, si usciva assieme ogni santissimo giorno, che piovesse col gelo o al mare col solleone, è inevitabile quindi che condividessimo molta più quotidianità. Sapevamo benissimo cosa ognuno di noi ascoltava e cosa pensava di quello che ascoltava, ora è molto più interessante capire gli affluenti che ognuno di noi ha preso e perché, ci si sorprende ad ascoltare roba simile e ci si stupisce di più. Essendo cambiati gli ascolti, sono cambiati anche i processi produttivi e di scrittura, di arrangiamento e interpretazione. Questi nuovi brani ci piacciono molto, parlano molto più a noi stessi e meno a quello che allora avremmo voluto sentirci dire.

“Mi piaceva da morire” farà parte di un progetto più organico?

C’è un disco, ma prima abbiamo bisogno di riprendere tutti quei “vogliosi” (così chiamiamo chi ci segue da tempo) smarriti, quindi abbiamo deciso col nostro manager Francesco Capoti di uscire con un paio di singoli spalmati in un paio di mesi, vedere un po’ che succede e poi, con o senza un’etichetta (che però creda appassionatamente in questa nostra musica), uscire nel primo inverno col disco. Che no, non ha ancora un titolo. Arriveranno sorprese, questo posso dirlo.

Siete arrivati terzi tra le nuove proposte del 62º Festival di Sanremo… cosa portate ancora dentro di voi di quella esperienza?

Schiettamente: l’abbiamo vissuta come una gita delle medie. Ci siamo divertiti tantissimo, era tutto surreale, dagli aneddoti che ci raccontava Lucio Dalla, passando per i discografici scodinzolanti, fino a Finardi che faceva il filo alla mia chitarra. È un ambiente feroce, tutto velocissimo, le dinamiche non sono certo quelle dell’Arte, ci si accorge che alcuni meccanismi gli stessi delle banche, il modo che hanno di ingurgitare e fagocitare. Ma ci è servito moltissimo, abbiamo capito dove sta la verità.

La musica live è tornata (finalmente), è prevista qualche data? Dateci un piccolo spoiler!

Per scelta, per ora, non sono previste date. Dico per scelta perché, anche se anacronistici, vorremmo prendere in prestito quella famosa filosofia battistiana secondo la quale il lavoro di un artista dev’essere valutato per la sua qualità, per il suo concetto e non, invece, per la capacità di riprodurlo e farne replica. Sappiamo bene che è forte da dire, ma è un discorso sereno, di consapevolezza. Ci piacerebbe sapere che chi ascolta lo faccia per l’emozione della scrittura, dell’arrangiamento, del lavoro di cesellatura durante la scrittura e la registrazione. Però, chissà, sui palchi ci siamo sempre divertiti un sacco. Vedremo.

Ciao Tutti giù Parterre!

Biografia.

Iohosemprevoglia è una band monopolitana nata nel 2003 e fondata da Vittorio Nacci. Chitarra e voce del gruppo, già autore Sony/ATV, ha studiato e conseguito diploma di Autore presso il Centro Europeo Toscolano di Mogol, nella stessa scuola ha poi svolto il ruolo di assistente alla docenza, ha inoltre scritto il libro di racconti “La mandria umana”,  pubblicato dalla casa editrice pugliese CSA. Gli altri componenti del gruppo sono Silvio Pellicano (basso), Onny Allegretti (batteria, percussioni e cori) e Andrea Loliva (pianoforte e sintetizzatori). Hanno pubblicato due dischi, “Iohosemprevoglia” (2012, Sony Music) e “Riconoscersi” (2014, PBP), oltre che numerosi EP. Vengono scelti da Gianni Morandi per partecipare al 62° FESTIVAL DI SANREMO piazzandosi terzi nella sezione nuove proposte. Hanno suonato in radio nazionali (RADIO2 SUPERMAX, RADIO CAPITAL e altre) e in giro per l’Italia, così come in importanti festival europei come lo SZIGET FESTIVAL a Budapest.

 

 

 

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