Sign up with your email address to be the first to know about new products, VIP offers, blog features & more.
[mc4wp_form id="4890"]
Zapisz Zapisz

Quando ho incontrato TGP: Simone Sartini

“Non volevo un disco che parlasse di me ma del mio modo di guardare quello che ci circonda.”

Intervista a cura di Giorgia Groccia

In uscita il 4 marzo 2020 l’album del cantautore Sabino Simone Sartini dal titolo Periferie a Sud dell’Anima.

Undici tracce dense in cui il cantautore si impegna a raccontare diversi frame di vita vissuta ma anche le appendici più decadenti di una società imbellettata e buonista che spesso emargina le problematiche tangibili al costo di insabbiarne la matrice reale, nuda e cruda.

Il cantautore racconta storie di persone emarginate toccando temi come lo sfruttamento della prostituzione, il vagabondaggio, l’influenza negativa delle mafie nella quotidianità dei luoghi dove si ramificano e di un tema forse mai toccato fino ad ora nelle canzoni ovvero della violenza psicologia che molti uomini subiscono dalle donne.

Tutto questo senza mai sfociare nella negatività ma sempre lasciando uno spiraglio di luce tra le righe dei testi.

Un album che quindi parla di “minoranze” per questo la presenza di una cover di De Andrè (La città vecchia) che per antonomasia è stato uno degli autori che più ha saputo rappresentarle.

 

 

Ecco la nostra chiacchierata con il cantautore:

 

Raccontaci com’è nato il tuo album Periferie a Sud dell’anima.

Scrivevo già da diversi anni, poi nel 2012 ho fondato la band “Il Sinfonico e L’Improbabile Orchestra”.

Con loro iniziammo a suonare “Qui va tutto bene” che poi è l’ultima traccia dell’album.

Era un brano che si addiceva molto  ad una band che si riprometteva di fare per lo più folk rock.

Negli anni a seguire continuai a scrivere sempre per questa band e prima che il progetto finisse nel 2018 registrammo insieme l’album che in un secondo momento abbiamo deciso di far uscire solo a mio nome per lanciare comunque il mio progetto solista.

Non avrebbe avuto senso far uscire il disco col nome di una band che aveva smesso l’attività.

In ogni caso sono ancora molto legato a loro e spero che in futuro si possa tornare a fare qualcosa insieme.

 

Come mai hai prediletto delle sonorità decisamente retrò per questo album?

Mi ero fatto 2 promesse. La prima è che avrei inserito una cover di De André, la seconda è che al contrario di quanto è solito fare adesso nei dischi avrei suonato interamente tutti gli strumenti. Volevo un disco suonato. Niente pc che fanno il tuo lavoro.

Niente arrangiamenti fatti a tavolino. Niente preset rubati dalle librerie digitali. Per cui abbiamo fatto quello che facevano dal vivo.

Siamo entrati in studio e abbiamo suonato. Per alcuni potrà sembrare un album demodé certo, mi rendo conto che non c’entra nulla con le pubblicazioni di oggi ma sinceramente non avendo un discografico che sceglie per me come devono suonare i miei brani mi ritengo anche fortunato perché posso deciderlo autonomamente. Ho avuto anche la fortuna di avere dei musicisti coi controxxxxx, basti pensare che Mario Gentili è uno dei violinisti di Laura Pausini che Brian Riente e Bernardino Ponzani ora suonano nei Kutso e che Alessio Nelli adesso ha anche scritto la musica di un brano di un concorrente di Amici.

 

 

Quale canzone dell’album senti particolarmente tua?

Probabilmente “Un pò de fresco” perché  è uno di quei brani dove devi metterti parecchio a nudo per scriverlo.

 

Il tuo lavoro discografico consiste in un ampio racconto di provincia, ci spieghi la genesi dei tuoi racconti?

Parte tutto dal mio modo di vedere le cose credo…. o di immaginarle. Sono tutte storie vere dove in parte ho romanzato e mi piaceva l’idea di parlare di “minoranze”. Non volevo un disco che parlasse di me ma del mio modo di guardare quello che ci circonda.

 

Se dovessi scegliere tre album che ti hanno cambiato la vita quali sceglieresti e perché?

“Io sono qui” di Claudio Baglioni, quel disco secondo me è uno dei migliori per quanto riguarda gli arrangiamenti.

“Non al denaro non all’amore né al cielo” di De André e poi un album che da ragazzo ho ascoltato e suonato tantissimo e che non c’entra nulla con i due precedenti è di una delle mie band preferite i Dream Theater e l’album si chiamava “Metropolis Pt. 2” che è un concept. L’idea del concept album a me piace ancora tantissimo.

 

Progetti futuri?

Faccio piccoli progetti. Obiettivi raggiungibili che pian piano vanno a disegnare la mia carriera. Il primo è quello di pubblicare il video di “Un pò de fresco”, video che io già realizzato e che farò uscire non appena passerà l’emergenza Coronavirus che stiamo vivendo.

Il secondo è quello di tornare a suonare dal vivo per tutta l’estate. Il terzo è di rientrare in studio a settembre perché ho un nuovo album pronto e non vedo l’ora di iniziare a lavorarci su anche perché questa volta ho dei brani che a livello sonoro possono essere più in linea con le pubblicazioni attuali quindi diciamo più “Indie pop” ma senza snaturare il mio modo di scrivere i testi che sinceramente mi piace, mi rappresenta e non lo voglio perdere mai.

No Comments Yet.

What do you think?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *