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Quando ho incontrato TGP: Ex Moglie

“Vorremmo lasciare una traccia visibile oltre che udibile, l’arte in generale si sta evolvendo e a noi piace molto quest’onda sinestetica.”

Intervista a cura di Davide Lucarelli

E’ uscito ieri, 17 aprile, Spremuta di Fedi Nuziali, il primo EP degli Ex Moglietrio milanese che unisce la musica a una pletora di arti visive e comunicative.

 

Abbiamo avuto la possibilità di fare qualche domanda alla band.

 

Ciao ragazzi! Siete al vostro esordio discografico con questo nuovo progetto. Ci raccontate come è nato? Da chi è partita l’idea di fondare gli Ex Moglie e come si è poi sviluppata?

Ciao! E’  nato da tre “divorzi”, abbiamo scoperto di aver frequentato la stessa ragazza ma siamo riusciti a deviare il malcontento generale in questo progetto!!! Siamo in tre, due voci e un batterista. Pur venendo da generi musicali molto differenti abbiamo trovato un punto d’incontro unendo cantautorato italiano, synth pop e una forte componente visiva a tratti psichedelica.

 

Il logo della vostra band è sicuramente particolare. Ci raccontate la sua genesi?

Della parte visiva di questo progetto si occupa Davide, questo logo è la sintesi visiva dei concetti di rottura e separazione. Concetti che abbiamo capito bene e che ci hanno fatto da collante fin dal primo momento. È una mano maschile con l’anulare spezzato ma con ancora indosso la fede, non ci sembrava carino spezzare il dito ad una ragazza.

 

Il vostro singolo di esordio si intitola “Terza Moglie”. La domanda quindi nasce spontanea: e le altre due che fine hanno fatto?

La moglie per noi è una e trina, si è moltiplicata restando sempre la stessa.

 

 

Tocchiamo un tema delicato in questo momento, quello del live. Avete un set dal vivo che include una parte visiva a quella suonata. Come è nata questa idea? E come l’avete poi implementata?

Vorremmo lasciare una traccia visibile oltre che udibile, l’arte in generale si sta evolvendo e a noi piace molto quest’onda sinestetica. Siamo riusciti a fare tutto da soli e ne è venuta fuori un’istallazione performativa, fortunatamente Davide è un nerd altrimenti sarebbe stato assolutamente fuori portata per un progetto indipendente.

 

Per finire usciamo dalle barriere di questa reclusione sognando. Accade che durante questo lockdown diventate improvvisamente la band italiana più ascoltata e influente del momento. Al momento della ripresa dei concerti potete fare un megaevento dove e come volete. Cosa fate?

Facile, Artechouse di New York. Purtroppo in Italia non conosciamo una struttura simile a quella. Si tratta di un spazio interamente dedicato al videomapping dove si potrebbe portare ciò che facciamo dal vivo ad un livello incredibile, dato che stiamo sognando ci mettiamo anche una collaborazione con Refik Anadol, uno dei nostri artisti preferiti che utilizza questa tecnica per installazioni assurde. Megaevento online per i nostalgici della quarantena.

Grazie ragazzi di averci ospitati nel vostro format!!

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