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Quando ho incontrato TGP: Cincilla

“Mi rendevo conto di non riuscire a godermi la vita semplicemente per quella che era.”

Intervista a cura di Giorgia Groccia

Sakè è il nuovo singolo di Pietro Milella, in arte Cincilla. Il brano invita l’ascoltatore a vivere la propria quotidianità scegliendo il libero arbitrio, lasciandosi la possibilità di evitare le congetture degli altri, gustando ogni momento senza pensarci due volte, senza pregiudizi, senza forzature.

Il videoclip di “Sakè” è interamente ambientato a Venezia e riprende i luoghi dove è nato e cresciuto l’artista. La sequenza di immagini accompagna le parole della canzone: la prima parte mostra volti annoiati e luoghi malinconici; la seconda cattura quegli stessi scorci e quelle stesse facce in chiave ironica.

 

 

Noi di tgp abbiamo chiacchierato con l’artista, eccone il risultato:

 

Il tuo singolo Sakè è un brano particolarmente emotivo e intellettualmente onesto. Ci racconti com’è nato?

Grazie mille. Sakè in effetti è uscita in modo molto naturale. L’ho scritta circa un anno fa e stavo vivendo un momento particolare della mia vita. In realtà non potevo lamentarmi di nulla ma mi rendevo conto di non riuscire a godermi la vita semplicemente per quella che era. Ci ho pensato parecchi giorni e mi sono reso conto che in realtà il problema ero io perché davo troppa attenzione al superfluo: a quello che mi girava attorno, all’opinione altrui, ai modelli con cui siamo continuamente bombardati e spesso sono costruiti e non reali. Ho deciso quindi di seguire di più ciò che volevo fare de essere, basandomi sulla mia visione del mondo per costruire un rapporto sano e vero con quello che mi circondava. Ad un certo punto ho sentito l’esigenza di riassumere in pochi minuti tutti i pensieri che mi erano girati in testa in quei giorni e ho scritto Sakè, quasi a chiudere il cerchio in un certo senso.

 

Invece per quanto riguarda il sound, qual è stato il processo evolutivo?

L’ho sviluppata come gli altri pezzi che scrivo, ne usciranno altri cinque nell’EP Sogni in Saldo, il 4 di maggio. Passo molto tempo davanti al piano a pensare e qualche volta esce una bozza di pezzo. Poi mi piace sviluppare il brano da subito anche dal punto di vista degli arrangiamenti e utilizzo subito il computer per farlo. In un certo senso i vari elementi della canzone si creano contestualmente e spesso si alimentano l’un l’altro. L’elemento elettronico , insieme ad altri, è presente perché, insieme a Pablo Davilla, abbiamo voluto tradurre fedelmente la storia dei miei pezzi nella produzione finale. Il sound alla fine penso sia la conseguenza di questo.

 

 

Quali sono i tuoi capisaldi nella musica?

Probabilmente il Britpop continua ad essere il genere che amo di più. Lo ascolto da sempre e continuo a farlo. Oasis, Stereophonics, Travis, Supergrass…in realtà però ci sono molti artisti, diversi tra loro, che mi piacciono molto. Mi piace molto Bon Iver per esempio, come anche Anderson Paak, amo i Coldplay. Ascolto molto cantautorato italiano: Paoli e Dalla tra tutti.

 

Se dovessi scegliere tre colori per descrivere la tua musica quali sceglieresti e perché?

Alla fine le mie canzoni riflettono in tutto e per tutto la mia personalità. Sono un pò matto quindi giallo. Rosso perché sono abbastanza emotivo. Grigio chiaro: a volte tendo ad essere malinconico.

 

Un saluto ai nostri lettori

Ciao a tutti! Mi raccomando tenete duro che presto sarà finita! Spero che Sakè vi piaccia e vi tenga compagnia. E comunque…vi aspetto ai live, perché si faranno, è solo questione di tempo.

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