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Intervista ai Polaar in occasione dell’uscita del singolo Golden Silence.

Un silenzio dorato che si esprime in forme artistiche: GOLDEN SILENCE  è il nuovo singolo e clip firmato da PØLAAR e coniuga pop, elettronica e tutte le virtù visive del video firmato da ELEONORA ROARO, in un contesto di eleganza e ritmo.

GOLDEN SILENCE è il secondo singolo di PØLAAR e la prima composizione del duo Novati/Morsero. Riflette un naturale crescendo di emozioni, in cui l’idea di un primordiale silenzio, inteso come forma di raccoglimento e di confronto con se stessi, si apre all’universo con un’esplosione di suoni che rielaborano la loro naturalezza attraverso la loro genesi sintetica ed elettronica.
PØLAAR nasce dalle esperienze di bluEsForCE prod e In.Visible

Si alimenta della forte esigenza di navigare le distanze, percorrerle e raccontarle in un viaggio sospeso, senza mete tangibili, dove gli elementi della natura e la musica si ridisegnano in una fotografia più grande, inquadrata dalla sintesi elettronica.
PØLAAR è un progetto aperto alle contaminazioni e alle informazioni derivanti dall’incontro con altre forme di espressione artistica (grafica, visual, produzione audio e video) per creare un polo produttivo snello, dinamico e con una personalità ben definita.

Per l’uscita del singolo GOLDEN SILENCE, ELEONORA ROARO realizza il suo primo videoclip, concepito come una delicata trascrizione dello stato d’animo dei due PØLAAR al momento della nascita della loro unione artistica in cui, a causa del lockdown, non potevano incontrarsi fisicamente. Nel video i due musicisti sono nello stesso luogo, ma in momenti diversi.

L’incontro avviene attraverso lo scambio di idee, la condivisione di esperienze e la curiosità di sperimentare nuove rotte sonore in un periodo storico che ci ha privato di alcune certezze ma che, nel contempo, arricchisce la nostra anima e decisione di percorrere territori inesplorati. Intimità, eleganza, fragilità e forza che si incontrano nella narrazione visuale di Roaro: impeccabile e sincera.

 

 

LEGGI L’INTERVISTA QUI:

Ciao Polaar, parlateci di come è nato il vostro progetto?
In.Visible William (bLuesForce prod.) ed io abbiamo iniziato a collaborare insieme su diversi eventi nello storico Spazio Musica di Pavia , di cui William era direttore artistico. Da subito è nato un continuo fluire di idee ed opinioni a riguardo della musica e dei suoi sviluppi e potenzialità.
Durante il lockdown, abbiamo deciso di lavorare sui dei brani bLuesForce che mi hanno conquistato e stimolato a muovermi in territori diversi rispetto a quelli battuti con In.Visible.
Così è stato per la nostra prima traccia Synchronized e per questa ultima produzione che , oltre ad identificare un periodo storico che ci ha colpiti tutti nella nostra attività sul campo, ci ha dato modo di ampliare gli orizzonti compositivi.

GOLDEN SILENCE, è il vostro nuovo singolo. Il silenzio sicuramente è oro, ma come avete riempito di sonorità il vostro silenzio?
bLuesForce: Dopo anni di collaborazioni su altri fronti e di stima reciproca, finalmente il lockdown ci ha dato il tempo da dedicare a questo progetto musicale.
L’impossibilità di incontrarci fisicamente ha imposto le modalità, e così ci siamo rimpallati via internet le bozze fino al risultato finale, imponendoci poche regole, ma una fondamentale: fidarci dell’immediatezza dell’ispirazione, tanto che entrambi i brani finora pubblicati sono arrivati a questa stesura al massimo in 2-3 sessioni. E dubito che cambieremo in futuro.
Nelle basi strumentali ho stilizzato i due elementi che hanno caratterizzato il mio lockdown: la dolcezza della vita famigliare con le sue sicurezze e i suoi affetti in contrasto con le sirene e l’incertezza che arrivavano da fuori.
Un misto di rumori e percussioni appoggiati a suoni dolci e melodici, sibili e distorsioni appoggiati a Rhodes e bassi morbidi.
Le melodie ed i testi di In.Visible han fatto il resto.

Da Quali mondi musicali attingente per la stesura del vostro Universo sonoro?
bLuesForce: Siamo entrambi cresciuti negli anni ’80 e ’90, in quel periodo mi sono formato musicalmente, dal new romantic alla scena trip-hop di Bristol, dal french touch all’alternative dance di Manchester e Primal Scream, quella fusione affascinante insomma di loop campionati e musica suonata.

Per quanto riguarda il videoclip, com’è nata la collaborazione con la regista?
Eleonora Roaro: Io e In.Visible (Andrea Morsero) ci conosciamo dal 2008 circa e, in quegli anni, realizzai delle fotografie per alcune sue collaborazioni, tra cui quella con Kali. Nell’autunno del 2020 mi chiese di partecipare come attrice al video-clip di “Fingers” per interpretare, vestita in abiti androgini, una situazione di attesa, di appuntamento mancato. Per In.Visible, nel suo progetto, era ed è importante il dialogo tra arti diverse dove la componente visuale e performativa non sono in secondo piano rispetto alla musica, ma concorrono a creare un senso comune. E quella fu la prima prova, secondo me ben riuscita. Poco dopo fui io a coinvolgerlo in un mio progetto chiedendogli di realizzare la sonorizzazione di un video che produssi durante la residenza artistica presso Casa degli Artisti (Milano) dal titolo “fregüja”. Si parlava di fare un video-clip insieme per In.Visible, poi mi fece ascoltare Golden Silence e mi innamorai delle sonorità del brano. Il concept del video nacque in maniera molto naturale, condividendo idee e sensazioni sul momento e modalità particolare in cui fu prodotta la canzone, ovvero nel silenzio e nell’isolamento della pandemia. È stato per me naturale immaginare che i due musicisti, pur non convidendo lo stesso spazio fisico, avessero – nel rispetto delle differenze reciproche – un ‘umore’ e modalità comune. La musica, in un certo senso, diventava uno spazio comune in cui incontrarsi.

Che cosa associate al colore oro?
Eleonora Roaro: La golden hour.
bLuesForce: La nostra canzone ‘Golden silence’
In.Visible: la magia che si libera dalle oscurità

Quali sono i prossimi progetti?
In.Visible Ci sono delle tracce in lavorazione, sia di William che mie , che non rientrano propriamente nelle corde In.

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