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Intervista a Ubertone in occasione dell’uscita del singolo Efelidi.

Ubertone (al secolo Marcello Ubertone, nato a Rovigo nel 1982) non ha cominciato a suonare ora. Ha iniziato a scrivere canzoni nel lontano 1999, in Kentucky, dove stava svolgendo un anno di studio all’estero.

Il percorso che lo ha condotto solo adesso a pubblicare il suo primo singolo ufficiale è stato lungo e avventuroso. Di mezzo c’è stato un incontro con Mogol che si è innamorato di un suo pezzo e lo ha portato al CET, la sua scuola in Umbria, c’è stata l’esperienza con la Gialappa’s Band per cui ha scritto come autore numerose canzoni comiche, ci sono state le aperture dei concerti di Brunori SAS e Pinguini Tattici Nucleari. E poi ancora esibizioni sui generis come gli house concert nei salotti e “Il concerto più piccolo del mondo” che ha tenuto l’anno scorso in occasione del festival letterario Rovigoracconta: in una piazza vuota, chiusa appositamente per lui, ha suonato una canzone per una o due persone alla volta. Il brano Efelidi, che preannuncia la pubblicazione a breve del suo primo album, segna il suo arrivo sui canali ufficiali della musica.

 

Ciao Ubertone, mi incuriosisce il fatto che hai iniziato a scrivere canzoni nel 99 ma il tuo primo singolo è uscito solamente ora. Come mai?

Ciao! È una bella domanda che mi faccio pure io, in effetti! Sono almeno dieci anni che suono in giro, tra festival, locali e house concert. In passato ho anche già utilizzato YouTube, caricando soprattutto delle registrazioni live, chitarra e voce. Tuttavia solo nell’ultimo periodo ho deciso di mettere i brani “in bella”, di arrangiarli e di utilizzare anche le altre piattaforme di streaming. Per farlo ho dovuto disinnescare una buona quantità di autosabotaggi, ma ora che l’auto-hakeraggio mentale è stato fatto non vedo l’ora di fare uscire altra musica.

Cosa hai fatto in tutti questi anni prima allora?

Ho avuto tante esperienze diverse tra loro: ad esempio ho lavorato come editor di romanzi e come autore televisivo e radiofonico per Mediaset e Rai. Tuttavia scrivere canzoni è sempre stata la mia priorità.

Efelidi è il brano con cui esordisci sulle piattaforme streaming, cosa ti ha ispirato? Descrivicelo con una parola

Mi ha ispirato la proprietaria delle lentiggini in questione e quel certo momento in cui ti senti la persona più fortunata del mondo. Una parola per descriverlo? Spontaneo.

 

Il video è stato girato da Stefano Bertelli, com’è nata la collaborazione?

È una storia abbastanza bizzarra. Nel 2008 sono incappato in un videoclip geniale: Cinestetica dei Marta sui tubi. Era stato realizzato unicamente animando in stop motion dei disegni fatti con dei gessetti su una lavagna. Lì ho scoperto che il regista era delle mie parti. Negli anni successivi Bertelli si è specializzato nell’animazione della carta e ha realizzato video per artisti enormi come Robbie Williams e the Game. Video stupendi, che continuavo a guardare. Ma ancora non sapevo che faccia avesse. Una sera, l’anno scorso, dopo una partita di calcetto, un certo Stefano, un ragazzo che incontavo spesso al campo ma che conoscevo solo di vista, mi chiede: “Ma tu suoni?”. Quando ho scoperto che era lui, ricordo di avergli detto: “Conoscevo Superman ma non sapevo di giocare a calcio con Clark Kent”. Mi ha chiesto di mandargli qualche canzone e dopo averle sentite mi ha detto che avrebbe girato volentieri un video per me. E così ho colto la palla al balzo… anzi il pallone.

Cosa stai preparando oltre questo brano? un disco, un tour? parlaci un po’ di idee future

Conto di far uscire ancora qualche singolo e poi, finalmente, l’album. Si intitolerà Meconio. Meconio è il nome della prima deiezione del neonato. Il mio modo per mettere le mani avanti! Per quanto riguarda i live, dopo qualche mese di prove, ho finalmente tenuto il primo concerto insieme a Jacopo Maresca, un polistrumentista molto bravo che saltapicchia tra batteria, pianoforte e chitarra elettrica, mentre io canto e suono l’acustica. Ne faremo altri tra novembre e dicembre.

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