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Intervista a Francesca Moretti in occasione dell’uscita di Diamanti – un singolo che brilla a tutti gli effetti

Dopo un EP d’esordio che ha acceso su di lei i riflettori del pop contemporaneo e una manciata di date che hanno permesso alla voce di Francesca di rimbalzare su e giù per lo Stivale, la giovanissima cantautrice di scuola La Clinica Dischi torna a lucidare le sue pietre preziose alla ricerca di un luccicare che sia vero, reale, concreto: “DIAMANTI” è il nuovo gioiello di Francesca Moretti, dal 8.7.2022 su tutte le piattaforme digitali.

 

Francesca Moretti, un EP pubblicato poco fa e ora un ritorno con un singolo che brilla: avevi ansia di tornare, oppure quello che stiamo ascoltando è un brano che doveva già far parte, chissà, del tuo primo disco?

Più che ansia di tornare lo definirei un bisogno di continuare a raccontarmi.

Parlaci di “Diamanti”: come nasce il brano, con chi hai lavorato alla produzione del tutto?

Ho scritto Diamanti poco tempo fa, a maggio di quest’anno, e la produzione è stata curata dai soliti Leonardo Lombardi e Marco Barbieri. Dopo “Buio dentro”, il mio primo EP, mi sono resa conto che non serviva più parlare della solita storia d’amore se prima non avessi imparato ad amare me stessa. Ho iniziato quindi a stilare una lista di tutto ciò che non andava bene o che ho sempre considerato un problema (il mio corpo, il mio carattere, il mio modo di vedere me stessa e gli altri), mettendomi completamente a nudo.

Si parla dei tuoi raggiunti vent’anni, nel singolo appena pubblicato: ti fa paura l’idea di crescere? Quali sono, insomma, le principali paure che hai?

Mi fa paura l’idea di rimanere sola, di non riuscire a trovare la mia stabilità, paura del giudizio degli altri, ma l’idea di crescere è forse l’unica che mi spaventa e allo stesso tempo mi incuriosisce. Non è facile entrare nel mondo dei grandi, soprattutto se questa paura prende il sopravvento, ma è un passo importante per iniziare a conoscerci davvero a fondo.

Entriamo nel vivo della tua poetica e del tuo modo di fare musica: ti va di svelarci quali siano i riti, se esistono, dietro la scrittura dei tuoi brani? Hai dei momenti privilegiati per la scrittura, o “quando capita, capita”?

Diciamo “quando capita, capita”. Non mi sono mai imposta di scrivere qualcosa se in quel momento non mi sentivo di farlo. Ho iniziato a scrivere per necessità: la musica era la mia terapia e continua ad essere così ancora oggi.

Non abbiamo mai visto un tuo videoclip: è una scelta, quella di non realizzarne nemmeno uno, che dipende dall’occasione o dalla tua volontà di non far ricorso al mezzo “visivo” per promuovere la tua musica?

In realtà credo molto nel potere del mezzo visivo, ma fino ad ora un videoclip non è mai stato messo in conto. Spero possiate vederne uno presto! Le tre cose che ti piacciono di più al mondo? Al terzo posto metto un film, 8½ di Fellini; al secondo la pasta al pesto; al primo stare male per amore e scrivere un disco su questo.

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