
C’è qualcosa di profondamente autentico e allo stesso tempo sorprendente in “Il Cacciatore di Orizzonti”, il nuovo disco firmato Atlantide, progetto musicale di Peppe Santangelo. Uscito il 17 giugno, il disco è una piccola odissea in dodici tappe, dove ogni canzone ha un’identità sonora ben precisa, eppure tutte sembrano parlare tra loro, legate da un filo invisibile: quello del viaggio – interiore, geografico, umano – e da una melodia sempre curata, mai lasciata al caso.
Già dall’apertura con “Immagina O Musa” si intuisce che siamo davanti a qualcosa che vuole raccontare e non solo suonare. La voce di Santangelo che recita e invoca la Musa dà il via a questo cammino, come un viaggiatore che chiede forza e ispirazione prima di mettersi in cammino. È l’unico momento del disco in cui ascoltiamo la sua voce, ma è sufficiente a dare una direzione.
Da lì in poi, ogni brano è una tappa, con un sound che cambia e si adatta al tema trattato, ma sempre con quella cura compositiva che è tipica di chi conosce profondamente la musica. “Salsedine”, ad esempio, ha la malinconia delle onde e parla di guerra con una delicatezza struggente. “Lo Spettatore” invece si muove con un ritmo più tagliente, quasi urbano, per raccontare la distanza emotiva che viviamo nell’era digitale.
La title track “Il Cacciatore di Orizzonti” è il cuore pulsante dell’album: un pezzo autobiografico e luminoso, dedicato a chi non smette mai di cercare. C’è poesia, ma anche tanta forza in questo brano. E poi ci sono momenti di dolcezza pura come “Viaggia Con Me”, che sembra sussurrarti all’orecchio, e “Nuvole”, che è quasi una meditazione: guardarsi nello specchio del mare per ritrovarsi.
La leggerezza arriva come una brezza nei brani più spensierati – “Come L’onda Che Spuma”, “A Lezione Di Sogni” e “Milady”. Quest’ultima ha l’energia contagiosa di una hit estiva, ma con un’anima più sottile. Qui la band si diverte, e si sente. Ma anche quando si fa più leggera, la musica di Atlantide non perde mai di vista la qualità.
Il finale del disco è un piccolo gioiello: “Mediterraneo” è un abbraccio musicale a quel mare che ci unisce più di quanto crediamo. “Navigante” ci riporta alla figura del poeta, e “L’Uomo Che Mi Ha Rapita” chiude con una tenerezza che commuove, dedicata a quei padri capaci di segnare la vita con la loro semplice presenza.
In definitiva, “Il Cacciatore di Orizzonti” è un viaggio vero, con canzoni che suonano diverse, ma si capisce subito che appartengono tutte allo stesso universo. Un disco che si lascia ascoltare e riascoltare, perché ogni volta si scopre un dettaglio in più, una parola, una nota, un’emozione.
Un esordio che sa di maturità artistica, di coraggio e di voglia di raccontare. E questo, oggi, non è per niente scontato.
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