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I Capsaicina si raccontano: tra difficoltà e sogni di un artista emergente

La band che vi presentiamo oggi e con cui abbiamo scambiato quattro chiacchiere si chiama Capsaicina: composta da quattro amici, Duilio, Andrea, Matteo e Faso, che in questa intervista conosceremo meglio. Che dire dei “Caps”, provengono dalla provincia di Monza e la loro musica oscilla tra canzoni d’autore e le hit. All’attivo hanno diversi brani, tra cui Gin Tonic, Fare Vintage, Riordina e Ansioten. A brevissimo ascolteremo il loro primo album. Nel frattempo scopriamo insieme qualche chicca sul loro progetto.

 

Come vi siete conosciuti e come è nata l’idea di far partire il progetto Capsaicina?

Il progetto Capsaicina nasce così, Io (Duilio) andavo a scuola di musica con Federico, un mio amico oltre che ottimo pianista. Capitò che dovevo esibirmi ad un saggio di questa scuola e chiesi a Federico di accompagnarmi al piano. A lui piacquero i brani e mi disse, perché non chiediamo anche a Matteo di accompagnarci al Cajon? E così nacque la prima formazione dei Caps, poi Federico lasciò e subentrò Andrea alla chitarra che era preso bene dai brani e dalla mia scrittura. Infine al basso si aggiunse anche Faso che già ci registrava da tempo, e si prese a cuore il progetto. Insomma, I Caps nascono da un gruppo di amici sostanzialmente.

 

Caps Intervista

Duilio (Maglietta Gialla) – Frontman della band, Matteo (camicia rossa) suona il cajon, Andrea (maglia bianca) suona la chitarra e Faso(camicia nera) il basso

La capsaicina è un composto chimico presente nel peperoncino, uno dei simboli della Calabria. Collaborate con un’etichetta discografica calabrese (REC Dischi Indipendenti). Avete scelto questo nome perché c’è un rapporto particolare con questa regione?
 Il nome Capsaicina nasce da una mangiata di piccante. Matteo il nostro batterista è di origine calabrese e tornati dalle vacanze, ci portó  ‘nduja,  qualche conserva di peperoncino e delle soppressate che ci spazzolammo in una sera. Eravamo in cerca di un nome e perché no, nell’ispirazione piccante, Capsaicina ci suonava bene! Quindi diciamo che il nostro legame con la Calabria è principalmente Matteo, la collaborazione con Rec è stata più una fatalità.

Gin tonic è il brano uscito per l’etichetta
Ci è giunta voce che cambierete il vostro nome, come mai questa scelta?
La decisione di cambiare il nostro nome sta nel fatto che pur essendo una parola italiana “Capsaicina” è difficile da dire e da memorizzare, ed è anche una parola dal concetto poco rinomato. Abbiamo riscontrato che per le persone è più difficile ricordarsi di noi, seguirci, capire chi siamo, e questo ci ha portati alla scelta di cambiare.
Cosa pensate della scena musicale italiana contemporanea?
Della scena musicale italiana di oggi pensiamo che sia interessante, ci sono tanti artisti che bollono in pentola nel calderone “indie” tra i big e i meno conosciuti. C’è tanta voglia di esprimersi, di fare bella musica e di raccontare. Forse spesso si cade nei cliché e delle volte la voglia di anni 80 prevale un po’ troppo sulle produzioni , ma la scena sta fiorendo e speriamo di poter contribuire anche noi a questa crescita.
capsaicina intervista

Guarda la loro esibizione live sulla nostra IGTV 

Quali sono le difficoltà che potrebbe incontrare un artista emergente nel mercato musicale odierno? E come dovrebbe affrontarle?
Di difficoltà ce ne sono parecchie, forse la prima difficoltà è quella di trovare una propria identità e un proprio tipo di comunicazione che ovviamente non deve prescindere dal prodotto che stai proponendo. È molto difficile, se banalmente prendi in considerazione Calcutta, Cosmo e Coma_Cose vedrai tre tipologie di comunicazione ed identità completamente diverse e questo si rispecchia molto anche nella loro musica. Un errore potrebbe essere quello di prendere troppo come riferimento un artista e rischiare di emularlo, e le “brutte copie” solitamente non vengono considerate. È come fare trap e diventare la copia di sfera ebbasta, uccidersi da soli praticamente. Questa è una delle tante cose, ma ovviamente si aprirebbe un discorso un po’ troppo lungo e comunque non ci sentiamo abbastanza esperti nel dare dei consigli troppo tecnici, servirebbero anche a noi!
Che aspettative future ha la vostra band?
Le aspettative future per la band sono quelle di tirare fuori un disco e riuscire ad organizzare un tour e magari qualche apertura importante. Per noi è la prima esperienza, primo disco, primo tour, sarebbe fantastico! Ci piacerebbe anche fare qualche collaborazione, perché no?
Consigliate ai parterriani che leggeranno questa intervista un album a testa.
        Faso: Alt-j / This is all yours
        Teo: Boy Pablo / Roy Pablo
        Duilio: Phoenix / Ti Amo
        Andrea: Ghemon / Mezzanotte
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