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Gli Smokin’ Velvet e la loro “Lontano da qui” – Leggi l’intervista

“È una polaroid, l’istantanea di un preciso momento della nostra vita, tra ricordi che affiorano e speranza del futuro, il saliscendi dei legami affettivi, voglia di prendere il volo e andarsene lontano.”

Gli Smokin’ Velvet sono tra le proposte certamente più interessanti degli ultimi weekend di uscite: timbro identitario per quanto ben riconducibile alla scuola hip hop, scrittura forte di chi sa cosa vuole nella vita e un immaginario che non si ferma alle sette note ma investe ogni ambito dell’espressione (basti pensare alla realizzazione della copertina, curata interamente ed internamente dagli Smokin’ stessi).

In “Lontano da qui”, il loro primo singolo “cullato” per due anni nell’ombra delle loro stanze, si fa sentire tutto lo slancio rabbioso e sognante di una generazione alla ricerca di sé stessa, che non ammette più di potersi perdere tra i fumi delle metropoli, tra le nebbie di provincia. Abbiamo fatto qualche domanda al duo, per saperne qualcosa di già sul loro progetto e debutto.

Leggi l’intervista.

Bentrovati su Tuttigiuparterre, Smokin Velvet! Partiamo dalle cose semplici: da dove nasce il vostro nome?

Abbiamo cercato a lungo nelle nostre teste per trovare un nome che si conciliasse al nostro suono e al nostro immaginario. Smokin’ Velvet è velluto fumante, tende di un sipario che si apre, strumenti e microfoni che fumano dopo ogni esibizione, ma allo stesso tempo è il nostro mood costante: fumando velluto.

Se doveste scattare una foto del momento in cui sono nati gli Smokin, quale sarebbe? Ricordate da dove tutto è partito?

Era la primavera del 2018, a Milano nello studio TowerPower di Hyst (Taiyo Yamanouchi) per un laboratorio hip-hop, fu lì che ci siamo incontrati per la prima volta. Abbiamo fatto amicizia subito, ma fu solo dopo un anno che iniziammo a lavorare insieme per creare questo progetto assieme.

Si sente chiaramente che per voi la scrittura sia qualcosa che va oltre al desiderio di attenzione, non sembrate affatto interessati a correre alla stessa velocità dello showbiz, anzi: si avverte in effetti un forte valore quasi terapeutico nell’atto dello scrivere. Ecco, cos’è per voi scrivere, fare musica? Perché lo fate, insomma?

È esattamente per quello, e non solo. È un atto terapeutico ma con la voglia di creare qualcosa che rimanga, non è solo musica ma anche un’immaginario grafico e concettuale, noi ci raccontiamo con la nostra musica ed è sempre gratificante trovare persone che si rispecchiano nelle nostre storie.

Parliamo di “Lontano da qui”: è solo il primo estratto da un disco che state cullando da tempo. Come nasce il brano, e come ci avete lavorato?

Il brano è nato quasi spontaneamente, feci un beat una mattina in accademia a Milano in attesa di una lezione, lo mandai a Deep Sheet e pochi giorni dopo aveva già scritto il testo come lo sentite ora, era il nostro primo pezzo. Io scrissi la mia strofa poco dopo, finimmo il primo provino all’inizio del 2019. La versione finale però fu incisa solo all’ultimo, in uno studio sulle colline toscane dove abbiamo registrato le voci. Fu un bellissimo modo di chiudere il cerchio.

Nella vostra musica, la periferia si sposa con la metropoli e viceversa, raccontando uno scenario di “non luoghi” che si popolano di facce stanche ma vogliose di rivalsa. Da dove partite, per scrivere un brano? Come nasce, insomma, una canzone degli Smokin‘ Velvet?

Diciamo che Deep Sheet scrive sempre bene, ma quando viaggia su un bel beat vellutato da il meglio di sé. Per quello che mi riguarda, mi ritrovo molto nei racconti di Deep Sheet, anche se abbiamo un vissuto diverso e veniamo da due contesti sociali opposti (lui Milano, io Pistoia), c’è un fondo di coscienza collettiva in quello che scrive perché sono situazioni in cui si sono ritrovati molti ragazzi della nostra generazione. Per il contesto musicale invece io la prendo molto sul divertirmi e sperimentare con le produzioni. E questo è uno dei progetti in cui mi sto divertendo più.

Salutiamoci con una promessa: quella che vi pare!

Sentirete presto parlare ancora di noi molto presto, questa è solo la prima fermata!

Biografia.

Milano 2018. Dalla provincia alla metropoli e viceversa, Smokin’ Velvet è il punto d’incontro di due strade statali: quella di Dreabb, produttore e musicista, e quella di Deep Sheet, rapper. Fondamenta radicate nella cultura hip hop, ma solo come blueprint di uno stile che vuole andare oltre le classiche definizioni di lo-fi e proporre un’interpretazione tutta personale del genere. Smokin’ Velvet è vita grigio cenere che diventa suono vellutato. L’inizio di un lungo viaggio, dalla provincia alla metropoli e viceversa.

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