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Gli Aspettativa ci raccontano il loro nuovo singolo “Che poi se ridi”

Fuori da mercoledì 1 dicembre per Under Roof il nuovo singolo degli Aspettativa. La band post 2001 torna con il brano Che poi se ridi, un pezzo che intreccia un pop punk anni 80, frenetico e sguaiato come una risata. Il singolo vede ancora una volta la produzione di Marco Carnesecchi con il mix e il master di DDR Studio.
Che poi se ridi è avere accanto una persona che con una risata ti rimette al mondo,
un McFlurry alle 4 di mattina, il sollievo del vento che improvvisamente scompiglia tutto.

(Aspettativa)

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Come avete scelto il nome che rappresenta la vostra band?

Aspettativa nasce come mood, avevamo bisogno di un nome in italiano che fosse orecchiabile e che ci identificasse al meglio. La costante voglia di fare e di non accontentarsi mai ci dà l’ispirazione per continuare a fare musica, aspettando di partorire sempre un pezzo migliore di quello precedente.

 

Qual è l’idea alla base del vostro ultimo singolo? Qual è stata l’ispirazione?

Che poi se ridi nasce grazie a una risata sguaiata che poi abbiamo pensato fosse la consapevolezza di avere accanto una persona che con una risata ti rimette al mondo. É un Mc Flurry alle 4 di mattina, è il sollievo che si prova quando si tira giù il finestrino in macchina e il vento improvvisamente scompiglia tutto. Che poi se ridi con la produzione di Marco Carnesecchi per l’etichetta Under-Roof intreccia un pop punk anni 80, frenetico e sguaiato come una risata.

 

Il vostro primo singolo è tempesta, uscito durante il lock-down. Come sentite di essere cambiati a quasi due anni di distanza (se siete cambiati)?

Ci sentiamo molto cambiati da Tempesta, possiamo dire che era il singolo di prova, poi infatti abbiamo deciso di aspettare un po’ a pubblicare nuova musica, abbiamo fatto ricerca musicale per un annetto buono, dopodiché sono nate le altre canzoni che sono uscite. In arte non si ha mai una forma definitiva, ma siamo consapevoli di quello che stiamo facendo, siamo all’inizio del viaggio.

 

Qual è il vostro metodo di lavoro?

Generalmente Elia viene in studio con una demo, sotto forma di scheletro\bozza, e se l’idea piace viene sviluppata con tutti gli altri. Alla produzione c’è sempre Marco Carnesecchi. Per quanto riguarda i mood musicali mescoliamo tutto quanto quello che noi 4 ascoltiamo. Diciamo però che ogni volta il metodo è sempre un pelino differente, la cosa che li accomuna sempre però è che ci piace considerare le canzoni come screenshot di quello che viviamo: sentimenti, esperienze belle e brutte, questo è ciò che conta davvero.

 

Piani per il 2022?

Eh eh… piani per il 22 ne abbiamo tantissimi, abbiamo altra musica e tante serate in vista, non vi possiamo spoilerare niente di più sennò la nostra etichetta ci uccide 🙂

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