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#Frittomisto – Episodio 21 – La nuova rubrica a cura di Caffellatte

Benvenuti in #Frittomisto, la vostra Caffellatte torturerà per voi con domande scomode, divertenti e sovversive, degli artisti scelti da lei ogni settimana

 

Qual è il tuo peggior incubo? Tutti ne abbiamo uno, la musica spesso nasce da spunti improbabili, da qualcosa di brutto per diventare qualcosa di immortale o se non altro qualcosa di bello. Ecco a voi le risposte degli artisti scelti da me questa settimana per #Frittomisto:  

 

GUGLIELMO FINESCHI 

A piedi scalzi” è una canzone autobiografica, parla dell’overthinking e dell’instabilità mentale che ti crea. Pensi fino a impiccarti coi tuoi stessi pensieri, dei macigni sempre più pesanti e difficili da portare con sé, che ti portano via il sonno e prendono forma sotto uno strato di nebbia che ti separa dal mondo che ti circonda.

Il peggior incubo è dover passare la vita a fare quello che gli altri intorno a me si aspettano che faccia, mettendo da parte i miei sogni, anzi gli obiettivi che mi sono prefissato di raggiungere.

 

 

DIMAT

DESCRIZIONE BREVE: “Cercare di te” è il nuovo brano del cantautore Dimat. La canzone si presenta come una lente di ingrandimento che ci proietta nell’animo dell’artista. Una riflessione personale, sul proprio io e sui cambiamenti involontari dovuti al passare del tempo.

Il mio peggior incubo è ritrovarmi su un palco davanti un pubblico di sole due persone: mia madre e mio padre.

Per quanto paradossale, non mi son mai fatto sentire suonare/cantare davanti i miei, farlo la prima volta sarebbe davvero imbarazzante.

 

LAMETTE 

LAMETTE è il nome del duo formato da Vasco Cassinelli e Cristian Pinieri. 

Entrambi classe ‘98 e di Piacenza si conoscono alle superiori, da lì iniziano ad approcciarsi al mondo della produzione e scrivono i primi testi insieme.

Le influenze musicali di entrambi sono svariate tra cui Alt-Pop, R&B, Lo-fi, HipHop, Chillwave e Indie Pop. 

Il nostro peggior incubo è morire sepolti dentro un letto di rose. La paura di innamorarsi e non uscirne più.

 

 

RIVIERE 

Dopo l’esordio con “Quando parlano di te”, RIVIERE torna a lambire le derive emotive di tutti con “Come il lago”, il secondo singolo della penna ligure (seppur d’adozione) per Revubs Dischi/Artist First, fuori il 16.4.2021. Fatevi portare a fondo: la profondità è l’unica strada che porta alla luce.

Un mio incubo ricorrente è stato, per un grande periodo di tempo, il vedere crollare un palazzo o trovarmici dentro mentre crolla. 

Pur avendo vissuto per quattro anni al sesto

piano in un condominio di Milano, le dimensioni e le altezze imponente delle abitazioni, soprattutto nelle grandi città, continuano a mettermi in soggezione. Di contro, il mio sogno è stare in una casetta indipendente di un piano solo, massimo due, con un bel seminterrato.

 

SIBODE Dj

Rilasciato ufficialmente Venerdì 16 Aprile, “Suko” è il nuovo singolo di Sibode Dj, istrionico cantautore electropop romagnolo, edito per l’etichetta Brutture Moderne (Cappadonia, Giacomo Toni, Ponzio Pilates) in collaborazione con Tafuzzy Records e Dischi di Plastica. Mixato e masterizzato presso il Duna Studio di Russi (RA) da Andrea Scardovi e registrato in casa dello stesso artista, è il secondo brano estratto dall’album “Non lo so”, sempre edito per le etichette già citate in precedenza, e che verrà rilasciato Venerdì 7 Maggio. Il videoclip del video, che sarà reso pubblico Venerdì 30 Aprile, è realizzato da Sibode Dj in collaborazione con il videomaker Matteo Pozzi. L’intera opera è dedicata a Mirko Bertuccioli, cantante dei Camillas scomparso l’anno scorso a causa del Covid-19.

“Quando dormo è di non riuscire ad andare in retro marcia con la macchina perché l’inerzia è troppa e non riesco a tornare indietro per imboccare la traversa giusta che però avevo sorpassato. Ma anche che sono in quinta superiore e devo dare la maturità ma non ho frequentato matematica e tutti i miei amici invece si diplomano. Quando sono sveglio invece è guardare Highlander 2, tremendo.”

 

ILCLASSICO

Un incontro appassionato tra “classici” del passato e nuove sonorità, tra maliconia e curiosità. “Classico” non è qualcosa che segue una moda, una tendenza, non appartiene a un periodo. “Classico” è un’emozione che vuole restare nel tempo.

Qual è il vostro peggior incubo?

RISPOSTA:

Sicuramente svegliarci al mattino e non sentirci più curiosi. Perdere la spinta a rischiare, a distinguerci. Non godere più nel fare quello che ci appassiona

 

 

MANFRI

Manfri è il progetto solista di Manfredi Grigolo, classe 2000. Manfri è il progetto solista del giovane cantautore Manfredi Grigolo, iniziato con la pubblicazione dei singoli Rimedio, Moët e Stanza, capaci di collezionare quasi mezzo milione di stream su Spotify.

Ad impatto non è semplice rispondere a questa domanda, ammetto di non essermi ritrovato così spesso ad interrogarmi sulle mie paure, proprio perché tali cerco di tenermele il più distante possibile… in generale le mie sono quel tipo di cose che ti tengono sveglio la notte a pensare, non per terrore attualmente. Riflettendoci credo che il rimanere completamente solo sia il mio peggior incubo, perdere il supporto e il rapporto con chi mi circonda… non è un concetto semplice da spiegare ma sotto un ottica non realistica se un giorno mi dovessi svegliare e tutti fossero scomparsi ci metterei penso 15 secondi ad andare nel panico. Mi considero molto poco indipendente sotto questo punto di vista.

SUPERNINO

Supernino, all’anagrafe Davide Sgro, classe 1994, è un cantautore torinese. Inizia ad avvicinarsi alla scrittura da bambino, inventando filastrocche con lo scopo di infastidire suo fratello gemello.

A volte mi è capitato di sognare di uccidere alcune persone, non chiedetemi perchè ahah! Sta di fatto che l’incubo che vivevo non era tanto l’azione dell’uccidere ma quanto il senso di colpa e di impotenza di fronte alla situazione irreparabile che si era creata. Credo quindi che il mio peggior incubo sia quello di trovarmi nella vita reale in situazioni irreparabili causate in qualche modo da me.

 

 

AMA IL LUPO

Amedeo Mattei, campano di indole migrante, Voce e Testi degli Animali Urbani, progetto Wave-Elettronico nato nel 2018, intraprende nel 2019 il suo progetto solistsa Ama Il Lupo.

Trovarmi Su una barca in mezzo all’oceano, da solo, senza poter fare, senza poter decidere il mio destino.

 

 

 

 

 

QUEEN OF SABA

I Queen of Saba sono un duo elettronico, supercompatto ed eclettico di Venezia. Il progetto nasce nel 2019 dall’incontro fra Lorenzo Battistel e Sara Santi.

Il nostro peggiore incubo è sicuramente perdere i capelli. No, a parte gli scherzi, se ci pensiamo la prima cosa che ci viene in mente è la paura di arrivare a odiare il nostro mestiere, troppo schiacciati dalle attese, le attenzioni e le pretese. E se vogliamo scavare ancora più in profondità, forse l’incubo davvero peggiore è di svegliarci un giorno e renderci conto che non abbiamo più niente da dire. Perdere l’ispirazione, la gioia di creare e diventare degli automi della musica.

 

 

FRANCESCO SAVINI

Francesco Savini è un cantautore abruzzese classe 1996.

A quattordici anni inizia a scrivere canzoni ispirandosi ai grandi del rock internazionale.

Il mio incubo peggiore è quello di perdere la memoria. In fin dei conti viviamo le esperienze affinché riecheggino nei nostri ricordi e che restino lì per esserci utili in futuro, così come i nostri cari e i pensieri. Dico questo perché mi è successo, dopo un colpo in testa durante una partita di calcio, di ritrovarmi con un’amnesia momentanea e ricordo bene la sensazione di smarrimento e spaesamento che ho vissuto, come svegliarsi da un sogno.

 

 

INTERVISTA DELLA SETTIMANA: MANFREDI

Ecco a voi l’album d’esordio di Manfredi, cantautore del roster Foolica,. Si chiama “Kintsugi” ed è uscito il 16 aprile.

Colonna sonora di momenti felici e tristi, Manfredi ha condiviso con l’ascoltatore le storie quotidiane di un ragazzo di vent’anni che si confronta con la vita, con i primi amori, con tutto quello che significa crescere. Dopo Hollywood”, “Doveva essere oggieMilano Droga”, brani che lo hanno anticipato, “Kintsugi” raccoglie dieci tracce in cui il cantautore si mette a nudo, con tutte le sue crepe e fragilità: dopo essersi rotto in pezzi, l’unica cosa che resta è rimetterli insieme e fare dell’esperienza della rottura una lezione di vita.

 

Ciao Manfredi, che piacere averti con me oggi. Parliamo del tuo album d’esordio, come mai si intitola Kintsugi e cosa rappresenta per te quest’album?

Ciao, piacere mio! È sempre bello fare due chiacchiere con gli amici di Tutti giù parterre. Allora, parto dicendo che il Kintsugi è l’arte giapponese di riparare gli oggetti utilizzando l’oro. Ho deciso di chiamare così il mio disco perché, a mio modo di vedere la cosa, c’è una sorta di parallelismo tra le persone e le ceramiche lavorate con questa tecnica: il Kintsugi crea degli oggetti unici e straordinari ed ha come punto di partenza le crepe, i punti di rottura, allo stesso modo, ciò che rende unica e speciale una persona sono quei momenti di difficoltà che si trova ad affrontare, quelle esperienze che segnano il suo carattere, quelle fragilità che spesso si cerca di nascondere. Questo disco per me è un punto di partenza, c’è ancora tanta musica che voglio scrivere e tante storie che mi va di raccontare, chissà quante ancora ne ho da vivere. Sono pronto a farmi sorprendere.

Ci racconti il processo creativo? Può definirsi un concept? 

Il mio obiettivo era raccontare in dieci canzoni di tutte quelle esperienze che hanno segnato i miei vent’anni, che mi hanno fatto diventare la persona che sono oggi, nel bene e nel male. Nel disco parlo infatti della fine dei primi amori, tutti così unici e allo stesso tempo molto simili tra loro, della solitudine che ho vissuto crescendo in una piccolissima città, del mio arrivo a Milano, dell’ansia del “cosa farò dopo il liceo”. Volevo un disco molto vero, che mettesse a nudo le mie crepe, le mie fragilità, senza vergogna.

Quali sono i tuoi artisti di riferimento? 

Ci sono tanti artisti che mi piacciono e che mi ispirano, primo tra tutti Vasco. Mi piace la sua immediatezza, la sua capacità di arrivare alle persone, il fatto che ascoltando i suoi dischi si possa capire molto del suo percorso di crescita personale. Per il resto vado molto a periodi, oggi ascolto The Weeknd, domani John Mayer, Oliver Tree, poi passo al rap, al blues, dipende. Cerco di ascoltare tante cose diverse anche per capire quale genere mi rappresenta meglio.

Il tuo peggior incubo.

Non saprei davvero rispondere, non penso mai a cose che possano farmi paura, forse perché da giovani non ci si pensa mai, forse perché mi spaventerei troppo a pensarci. Anche per quanto riguarda la musica, non penso mai cose tipo “e se non funziona? Se non ce la faccio?”. Mi concentro sul pubblicare i brani e sullo scrivere, faccio quelle cose che mi divertono e che mi fanno stare bene, così nel peggiore dei casi sarà stata almeno una bella esperienza. 

Progetti futuri? 

Attualmente sono molto concentrato sul tour, è un’esperienza che voglio vivere al 100%, voglio viaggiare, suonare e divertirmi. Allo stesso tempo voglio anche portare un live fatto per bene, che meriti il tempo e la fiducia delle persone che verranno a sentirmi. Credo che per scrivere ci sia bisogno di tante emozioni, esperienze diverse, intense. Prima di tornare a scrivere mi serve provare cose nuove. Magari cose belle, un disco allegro non farebbe male.

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