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Cimini live @LargoVenue: animo gentile dalla scrittura brillante

_ di Giorgia Groccia.
_ foto Mattia La Torre.

Ve lo ricordate quel famoso cartello che citava “La legge di Murphy è più forte di me?” sì, proprio quel cartoncino tracciato con un pennarello che circa un anno fa girava tra le stories e i profili Ig di tutti i maggiori esponenti della scena Itpop e cantautorale Italiana-tra cui Brunori Sas, per citarne uno “a caso”. Oggi quel ragazzo che simpaticamente e poeticamente aveva trascritto molto del suo essere in un primo album, Ancora Meglio, dopo aver emozionato tanto e dopo essersi guadagnato una buona fetta di pubblico, a distanza di alcuni mesi, torna nella Capitale per un live tutto nuovo a Largo Venue il 10 novembre 2018. Stiamo parlando di Federico Cimini, in arte CIMINI, calabrese d’origine e bolognese d’adozione. Il giovane cantautore, reduce dalla fortunata data pugliese completamente soldout, (ri)conquista il pubblico romano con un concerto che sin da subito ha tutte le premesse per essere il reale salto di qualità che consacra Cimini a vero artista fatto e formato, pronto per palchi spaziosi su cui esibirsi per portare avanti un progetto che viene tratteggiato sin da subito da una sensibilità e un’onestà intellettuale che lo contraddistinguono rispetto al resto.

 

La Notte (ph. La Torre)

Ad aprire il concerto ritroviamo il sound fresco e l’abile penna di una giovanissima band, LA NOTTE, la quale riesce a intrattenere a ammaliare con uno stile decisamente riconoscibile e una scioltezza e disinvoltura da veri professionisti che risulta piacevole e in linea con il contesto. Subito dopo spunta sul palco la band seguita da Cimini; abbigliamento scuro e sobrio, un mic dinamico stile anni ’80, la band targata Garrincha alle spalle e una padronanza del palco tutta nuova sono i primi indizi che prospettano uno show da gustare. Si parte con Tokyo, ultimo singolo uscito, brano che non racconta una storia, ma una malinconia, e lo fa con tanta straziante passione, certamente uno dei brani migliori e sinceri che, inoltre, preannuncia tante novità. Il pubblico risponde e si fa vivo, presente, inizia a scatenarsi sulle note di VIVERE NON MI BASTA, per poi passare SPOTLESS, brano che strizza l’occhio al capolavoro cinematografico sceneggiato dall’immenso Charlie Kaufman. Si susseguono serratamente FARE TARDI e la splendida SABATO SERA, la ballad per eccellenza dell’album, accompagnata da una band coinvolta con cui CIMINI diviene costantemente complice creando una sintonia che a pelle viene avvertita dal parterre sino alle ultime file. Subito dopo l’artista si cimenta in una versione completamente rivisitata di VOGLIO VEDERTI DANZARE di Battiato, accompagnando per mano il pubblico verso un divertimento ragionato, difatti la scelta non casuale di interpretare un brano dell’immenso maestro è una maniera ben congegnata di avvicinare anche i giovanissimi ad un pezzo di storia importante che bisogna necessariamente conoscere.

 

Cimini (ph. La Torre)

Cimini scivola verso le tastiere per UNA CASA SULLA LUNA, restando da solo sul palco in un attimo di vero, puro e sincero romanticismo, chiacchiera con i suoi fan, e ritorna a scatenarsi sulle note di UN’ALTRA POSSIBILITA’, BUONGIORNO, la cover di UNA SPLENDIDA GIORNATA, e il singolo estivo A14. Il momento migliore giunge sul finale con il pezzo spartiacque che ha segnato e consacrato CIMINI, ovvero La Legge di Murphy, la quale emoziona ogni volta come fosse la prima: forse perché chi segue il cantautore dall’inizio non può che notare e gioire di tutte le migliorie avvenute, del percorso intrapreso, dai primi timidi live sino ad oggi, con una fanbase appassionata e in via d’espansione. Si chiude in bellezza con la cover di LEXOTAN de I CANI, rendendo omaggio a Niccolò Contessa, recentemente riapparso in scena dopo due anni di silenzio.

 

Cimini (ph. La Torre)

Cimini non è un artista pretenzioso, piuttosto un animo gentile dalla scrittura brillante, non un animale da palcoscenico, piuttosto una persona vera, in carne ossa e sentimenti, che, ogni qual volta calchi un palcoscenico, lo fa con la consapevolezza di trasportare lì sopra se stesso senza imbrogli, senza maschere, senza sovrastrutture artificiose. Abbiamo delle canzoni moderne per un (non) personaggio che ha tutta la stoffa da cantautore vecchia scuola, reale, splendidamente onesto con se stesso e con il proprio pubblico.

 

Cimini (ph. La Torre)

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