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Blùnda racconta la sua “Pace” – Leggi l’intervista

“Pace” è il secondo singolo inedito della cantautrice Blùnda. E’ il dialogo interiore di chi si sente intrappolato sul “fondo”, in una situazione di infelicità e sa che tutto ciò che serve per respirare, vivere e non sopravvivere, è creare una connessione sincera con gli altri.

“Pace” parla di solitudine e della necessità che abbiamo, in quanto esseri umani, del contatto l’uno con l’altro e del presentarci al mondo in modo trasparente, senza maschere.

Blùnda è un’artista che, una volta che la scoprirete, difficilmente potrete farne a meno: almeno, a noi è davvero successo così. Dopo la pubblicazione di due riletture di “Rimmel” e “Le Rondini”, la cantautrice ha tirato fuori dal cilindro due singoli inediti dall’alto coefficiente d’identità: scuola d’autore che incontra sonorità urban e mediterranee, mescolando fra loro mondi solo apparentemente lontani. Potevamo perdere l’occasione di fare qualche domanda all’artista? Ovviamente, no: buona lettura!

Leggi l’intervista.

Benvenuta su Tuttigiuparterre, Blùnda! Prima domanda spaccaghiaccio: come stai all’alba di questo ritorno sulle scene?

Sto benissimo, grazie! Sono molto contenta di questa nuova uscita, Pace è un brano a cui sono molto legata e su cui mi sento di aver lavorato con la mentalità giusta.

Parliamo un po’ di te: sei giovanissima, ma di strada ne hai già fatta parecchia. Da dove partiresti, per raccontare chi sei? Esiste un “momento” particolare in cui hai capito che avresti voluto fare questo mestiere, nella vita?

Devo partire dall’inizio inizio per rispondere a entrambe le domande, ovvero quando iniziai a cantare a due anni. Penso che fin da subito la musica mi abbia scelto e io abbia scelto lei, è stato qualcosa di estremamente naturale che mi porto dietro da allora. A livello di presa reale di coscienza non esiste un momento specifico, esistono tutta una serie di momenti che continuano a confermarmi che quello che faccio e sento di voler fare da una vita intera è la musicista, come ad esempio praticamente qualsiasi live a cui assisto. Mi mettono una carica incredibile!

Qualche tempo fa, pubblicavi il tuo primo singolo, “La mia Italia”. Credi che possa esistere un “filo rosso” utile a collegare le tue uscite pubblicate fin qui?

Sì, assolutamente. Questi due brani sono un ottimo inizio e un’ottima prima rappresentazione di quello che sono io come artista e persona. “La mia Italia” è un brano più impegnato su tematiche sociali, con sonorità però più vicine alle produzioni di oggi che usano molto l’elettronica e la ritmica. “Pace” invece mette sul piatto il lato estremamente intimo, riflessivo e sensibile della mia natura, con delle sonorità più classiche e decisamente pop. Nel mio percorso artistico desidero portare avanti ogni sfaccettatura del mio essere persona e musicista, e credo che, in questo senso, queste prime uscite siano una buona dichiarazione di intenti. 

Tra l’altro, sei passata anche attraverso la rilettura di due capolavori della canzone italiana, come “Rimmel” di De Gregori e “Le rondini” di Dalla. Perché ti sei buttata in questa impresa? Cosa ti ha spinto a confrontarti con i due giganti del cantautorato nazionale?

Questa rilettura è nata in modo molto ingenuo e spontaneo, semplicemente dall’ammirazione e l’emozione che provo quando ascolto certi autori. Abbiamo voluto provare, con il mio produttore, a iniziare a “tastare il terreno” pubblicando degli arrangiamenti di materiale edito, e la mia mente ha viaggiato subito sino a “Le Rondini” di Dalla; sono innamorata di questo brano da molto tempo e mi piace potermi mettere di fronte a sfide simili, quindi ho detto “perché no!”.

Nelle tue sonorità, si percepiscono echi che ammiccano all’urban e al neosoul di stampo fortemente mediterraneo (pensiamo, su tutti, a a Rosalìa). Però, la tua scrittura – a tratti caustica – si rivolge direttamente a quella canzone d’autore che hai omaggiato. Ecco, ci spieghi da dove deriva l’alchimia della tua proposta?

Non è facilissimo rispondere. Credo che sia tutto un risultato delle mie elaborazioni inconsce. Sono una persona che ascolta e osserva molto e, senza rendersene conto, rende le cose proprie e le ripropone nei propri progetti.  Sono cresciuta con grande passione per la musica più moderna, uno dei miei album preferiti è “Lemonade” di Beyoncé; adoro le sonorità sperimentali e i giochi che esistono in queste produzioni moderne. Ugualmente però sono una grande appassionata della parola, della poesia e della scrittura, e in questo mi sono avvicinata al cantautorato.

“Pace”, a differenza di “La mia Italia”, è un brano che si muove con delicatezza, ma dotandosi di un testo altrettanto “impegnato” e potente. Esiste un aneddoto preciso dietro la scrittura del brano?

Se devo essere sincera… non me lo ricordo! Non sono famosa per la mia memoria a lungo termine, anzi. Però ricordo che è nato in un periodo in cui mi sentivo frustrata e bloccata in generale, senza saper bene come reagire alle cose che mi si presentavano di fronte. Questo tipo di sensazione è qualcosa che ricorre in modo ciclico nella mia vita, immagino che sia anche una conseguenza del mio carattere e modo di essere. Sono fiera di “Pace” perché tratta, senza timore, temi importanti, come la salute mentale. Racconta senza vergognarsi di come, a volte, ci si possa sentire schiacciati da questa vita frenetica, e questo mi rende fiera.

L’amore sembra essere, per te, l’unica via utile a sfuggire dall’orrore del quotidiano. Quali sono le cose, per te, che sanno “darti aria”?

Effettivamente ciò che mi fa sentir viva e mi fa tornare in me è l’amore, in ogni sua forma. Per me è amore anche la semplice camminata in mezzo alla campagna, in cui riesco a riconnettermi alla natura. Lo sport mi dà aria perché toglie tempo ai pensieri superflui e mi aiuta a scaricare. E, oltre a questo, le persone, o meglio, la condivisione di spazi vitali con gli altri; assorbo molto l’energia altrui e questa si riflette immediatamente su di me. La condivisione poi mi ricorda di quanto questo mondo e questa vita siano immensi e meravigliosi.

Salutiamoci con una promessa: scegli tu quale.

Va bene! Vi saluto con la promessa di risentirci per le prossime uscite, che arriveranno molto presto!

Biografia.

Lucrezia Blunda, in arte Blùnda, è una cantautrice toscana classe ’99. La musica da sempre fa parte della sua vita.Inizia a cantare fin da piccolissima, arrivando nel 2010 a partecipare alla 3ª edizione di “Ti lascio una canzone”. Negli anni ha imparato ad approcciarsi alla musica anche attraverso lo studio del pianoforte e iniziando a scrivere propri brani. Attualmente, mentre pubblica le sue prime canzoni, continua gli studi presso il Saint Louis College of Music di RomaBlùnda è un’artista poliedrica, oltre allo studio della musica si dedica da molti anni alla danza e al teatro, discipline che l’hanno portata ad esibirsi in numerosi spettacoli. Nella sua musica coniuga gli ascolti e le esperienze maturate fino ad oggi, dalla passione per il cantautorato e per la cura del testo, all’influenza della black music nella ricerca della melodia e dell’arrangiamento vocale. Ha già pubblicato con Vinile Produzioni Musicali due cover d’autore “Le rondini” di Lucio Dalla e “Rimmel” di Francesco De Gregori, con arrangiamenti originali. Il 02 giugno 2022 è uscito il suo primo inedito dal titolo “La mia Italia”. 

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