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BARETTO | episodio 8 – vista panoramica su TACØMA

Articolo a cura di Umberto Matera.

 

Riuscire a guardare ciò che succede attorno a noi e dentro di noi è complicato, da un anno a questa parte poi lo è ancora di più.  C’è però chi ci prova con determinazione e TACØMA, con il suo nuovo album “Panorama +“, ce l’ha fatta.

Gabriele Centelli, in arte TACØMA, è un compositore e autore livornese, già attivo dal 2013 nel mercato discografico indipendente con la band Platonick Dive con cui ha pubblicato tre album ed effettuato numerosi tour tra Italia, Europa e Stati Uniti. I testi e la musica di TACØMA sono un mix di cantautorato e sound urbano contemporaneo con un approccio decisamente pop-elettronico moderno. Dopo i singoli “Ossigeno“, pubblicato nel maggio 2019, “Stai Bene Così”, “Mai In Orario” e “Nudi sul Parquet”, TACØMA si conferma con i più recenti “Sotto la pioggia”, “Infrangersi” e “Come Se” che hanno anticipato l’album “Panorama +“, uscito per RC Waves e distribuito da Believe Music.

 

 

L’album è un ottima produzione electro-pop, il cui fulcro narrativo è il racconto di sé. l testi catchy e immediati, uniti a delle produzioni curate nel dettaglio, mostrano le diverse sfaccettature di un artista alla continua ricerca di sonorità fresche ed elaborate, riconoscibili ma in costante evoluzione, raccontando storie di vita quotidiana che non solo vogliono fotografare il “panorama” attuale. Si da particolare attenzione a come la fruizione sempre più assidua dei social azzeri le barriere culturali del passato e, al tempo stesso, aumenti il divario sociale nelle relazioni sentimentali e personali.

Il tutto è fatto invitando chi ascolta a non fermarsi solo a ciò che vede, sentendosi libero di viaggiare e lasciando importanti spazi per interpretazioni personali, sposando quindi una visione neo-impressionista della musica.

Nel titolo dell’album gioca un ruolo importante il simbolo “+”, che riassume proprio l’invito di TACØMA a non fermarsi all’apparenza ma, anzi, a cercare sempre e comunque un motivo per guardare avanti, oltre l’orizzonte.

 

Ma ne parliamo direttamente con lui.

 

Il concept attorno al quale ruota “Panorama +” è l’effetto dei social network sulle nostre interazioni sociali: qual è secondo te la conseguenza peggiore e quale la migliore?

La conseguenza migliore penso sia l’immediatezza e l’abbattimento delle barriere, la facilità con cui comunichiamo oggi giorno. Ad esempio, nel mio caso, il rapporto tra artista e pubblico. Si riesce a parlare con i fan, gli amici, i collaboratori con estrema rapidità e senza filtri.

La conseguenza peggiore, dal mio punto di vista, è l’assottigliamento umano e socio-culturale nei rapporti tra persone che si conoscono a malapena ma anche tra amici e famiglia. E’ tutta una questione di chat, messaggi, spunte blu, “non ha ancora visualizzato, non mi ha risposto”. Spesso sento il bisogno di parlare, comunicare con la voce (non i messaggi vocali), scambiarsi opinioni di persona, entrare nella mente del mio interlocutore. Per fortuna riesco a canalizzare queste “mancanze” con la mia musica. 

 

Quanto conta il tuo passato musicale con i Platonick Dive nella scrittura dei brani da solista? Ti manca qualcosa dell’approccio da band oppure pensi di trovarti meglio lavorando da solo in collaborazione col tuo producer?

Conta tantissimo il mio background musicale. L’uomo e il musicista che sono oggi è frutto di tutte le mie esperienze passate. Principalmente preferisco lavorare da solo e poi portare le idee da sviluppare alla band o al producer. Ad esempio per i Platonick Dive sto attualmente scrivendo delle colonne sonore, quindi lavoro da casa e poi le passo agli altri. Per quanto riguarda TACØMA, scrivo la maggior parte dei brani da solo e poi vado in studio da Fabrizio (@TheGeometra) e portiamo in fondo la canzone a livello di produzione e arrangiamento.

 

Quali sono stati i dischi (come sono retrò) che hanno influenzato maggiormente il sound di “Panorama +”?

A tutti quelli che me lo chiedono dico che “PANORAMA + è il mio disco italiano suonato in modo internazionale”. Credo si percepisca fin dai primi ascolti che l’album è influenzato da molti generi, soprattutto nord europei e americani. Si va dall’alternative rock anni ’80 – ‘90 (gruppi tipo The Cure, The Smiths, Nirvana, Alice in Chains) a tutta la scena elettronica contemporanea (in primis Moderat, Trentemoller, Tycho) e alternative pop (Twenty One Pilots, The Neighborhood, The 1975).

 

 

Com’è nato il feat con Missey in “Solo una Scusa”?

Ho conosciuto Francesca all’inizio del mio percorso artistico come TACØMA. Abbiamo in comune l’agenzia di management e un sacco di gusti musicali. E’ stato molto rapido e spontaneo, desideravo una voce femminile a metà album che facesse la differenza. Appena io e Fabrizio abbiamo avuto la traccia giusta, gliel’abbiamo passata ed è stato amore a prima vista!

Ascoltando il disco dall’inizio alla fine mi sono sentito proiettato in una serie TV, come se ogni brano fosse un episodio. Se dovessi scegliere 3 serie in cui inserire i brani di “Panorama +” quali sarebbero e quali brani sceglieresti?

Cito sicuramente “Breaking Bad” perché è la serie tv per eccellenza e quindi ci vedrei bene due canzoni importanti del disco come “Mai +” o “Come se”. Poi per il finale incredibile di “Sons of Anarchy” userei “Infrangersi”. Credo che questa track sarebbe davvero perfetta! Infine “Disco Novanta” in una serie tv come “Fargo”, soprattutto per l’energia della canzone che si sposa con la dinamicità della trama e l’ambientazione paesaggistica e naturale a cui sono molto legato.

 

Ci sono dei brani del tuo disco che ti rievocano momenti particolari vissuti durante il lockdown? Se si quali?

Assolutamente sì: la prima strofa di “Solo una scusa” dove canto “fisso il poster di Kobe e ancora mi chiedo se sia tutto vero”. Quando ho scritto il testo eravamo in pieno primo lockdown e, in quel momento, stavo fissando la foto di Kobe Bryant e mi interrogavo su come fosse stato possibile il suo incidente, il mio idolo dell’adolescenza scomparso così tragicamente con la figlia.

Anche “Disco Novanta” è un enorme flusso di coscienza, al netto della musica fresca e club oriented, è forse uno dei testi più ricchi di significato. La frase “La gente in strada è un manifesto di vita e poesia” è stata scritta poco dopo la morte di George Floyd e l’inizio di tutta la protesta del “Black Lives Matter”.

 

Noi di Tutti Giù Parterre, come potrai intuire dal nome, siamo molto legati alla dimensione live della musica: con chi ti piacerebbe dividere il palco durante il tuo prossimo tour? Vale qualsiasi nome, sia big che emergenti.

Tra i big dico Verdena, Mecna, Ghemon, Coma Cose.

Tra gli emergenti Missey, Davide Shorty (anche se non è praticamente più un emergente dopo Sanremo) gli Inude e DEIV.

 

Quale pensi sia il brano di “Panorama +” che renderà di più dal vivo?

Mi auguro tutti! Se proprio devo scegliere “Mai +”.

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