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Astenia da venerdì 5 aprile in radio il nuovo singolo “3310”. Leggi la recensione

Ve lo ricadete tutti com’erano gli squilli del “Ti penso”?

A cura di Giorgia Groccia

Sound 80s, clap e riff penetranti, malinconia tratteggiata da parole semplici, concise, dirette. Tutto questo e molto altro sono gli ASTENIA con il loro ultimo singolo intitolato 3310, in rotazione radiofonica e digitale da venerdì 5 aprile per Rivoluzione Dischi/Pirames International.

Il brano anticipa l’uscita dell’album d’esordio, prevista per il prossimo autunno, e chiacchiera circa l’impossibilità di comunicare quando ad impedire il contatto c’è la distanza fisica e, di conseguenza, mentale. Il racconto si svolge nei primi anni 2000, quando non esistevano servizi di messaggistica istantanea e i caratteri di un sms non bastavano mai.

La copertina del singolo “3310”

Con questo singolo la band decide di percorrere le vie del pop utilizzando un’immediatezza piacevolmente riuscita ed un lessico fruibile ma, al tempo stesso, poetico. La poesia, quella vera, non necessita arzigogoli in pompa magna, piuttosto ha bisogno dell’estetica delle parole incastonata tra la verità che esse stesse propongono. La scelta dei singoli vocaboli è evidente, chiara, non vi sono dubbi: il brano è ben prodotto e ben strutturato in tutte le sue componenti.

Il titolo rievoca un periodo non troppo lontano delle nostre vite, un periodo che però, a causa dell’ipercomunicazione odierna, pare essere lontano anni luce. I vecchi 3310 della Nokia, Snake sul piccolo display in bianco e nero tra un SMS e l’altro, quando bastava uno squillo con zero credito sul cellulare per ricordare a qualcuno qualcosa di importante: “Ehy, anche se non c’ho ‘na lira, ti penso.” Saranno proprio queste le piccole cose che ci mancano oggi, dove tutto è più semplice ma al tempo stesso artefatto e fallace? Forse siamo soltanto una generazione di nostalgici che cerca ancora un muro da scarabocchiare e un vecchio telefono da riaccendere per poter rileggere gli amori passati, forse rimpiangerli, certamente ricordarli con un bel sorriso malinconico stampato a caldo sulle labbra.

 

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