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5 COPERTINE X ROKAS

                                                                    

Rokas, nome d’arte di Alberto Sanlazzaro, è un rapper di Sarzana di base a Milano. Il suo è un progetto che nasce dal desiderio di dare spazio alle pro

 

prie parole e ai propri pensieri, di raccontare con sincerità la vita, gli amori, le amicizie. Il nome Rokas ha anche un significato: era la sua tag dei graffiti, cantava in un gruppo che si chiamava We Rockin, e nella sua famiglia si ascoltava Rock.

 

Classe 1992, Alberto lascia La Spezia a 19 anni per intraprendere il suo personale cammino che lo porterà a Milano. Finirà poi tra le braccia di Digitale 2000, per cui pubblicherà il suo primo album “Nemico del cuore” nel 2018. A pochi mesi di distanza, rilascia un ulteriore EP chiamato “Fantasmi” nel 2019 e “Mostri” nel 2020. In poco tempo, ha già riscontrato un’ottima risposta da parte della critica e del pubblico: con quasi 300mila streaming su Spotify, è arrivato anche a calcare il palco del MiAmi Festival 2019.

 

Rokas ha scelto per noi cinque copertine dei dischi per lui più iconici, in grado di influenzarlo musicalmente e non solo. Ecco la sua selezione.

 


My Beautiful Dark Twisted Fantasy – Kanye West 

La prima canzone per cui ho pianto nella mia vita é stata All of the lights. Pianto è un parolone, lacrimuccia corretto, non è il suo disco più bello ma la copertina forse sì.

 

 

 

 

 

 

 

 

Nothing Was The Same – Drake

Ricordo ancora che quando è uscito non ho fatto altro che ascoltarlo per giorni poi mesi. È nella mia top 5 dei dischi preferiti, Drake nel mio cervello stava capendo cosa avrebbe fatto e anche io per presunzione sapevo che lui sapeva.

 

 

 

 

 

 

 

 

How to Pimp A Butterfly – Kendrick Lamar

Kung Fu Kenny. Vi siete mai accorti che il bambino in basso a destra è nudo e censurato dal parental control?

Il disco che cita Harper Lee, il giudice che sembra John Taylor, la Casa Bianca sullo sfondo. Insomma dai.

 

 

 

 

 

 

 

Bitches Brew – Miles Davis 

Mi piace il movimento dei protagonisti. Che ha un inizio e una fine, muta come Miles Davis negli anni in cui lo pubblicó. L’ho snobbato per un po’, poi me ne sono innamorato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band – The Beatles 

Era in casa mia da bambino, mi fissavo sempre a vedere chi ci fosse e chi no. C’è Gesù assieme a Hitler, Stanlio, Marylin e Einstein. Ci sono fiori e canzoni stupende. Lo direste che sono cresciuto ascoltando i Beatles?

 

 

 

 

 

 

Articolo a cura di Futura 1993

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