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Intervista Manfredi: L’uscita di “20143 Milano Navigli” è una piccola grande emozione

20143 Milano Navigli è il primo singolo di Manfredi,

leggi qui l’intervista al giovane cantautore.

Domenica scorsa abbiamo incontrato Antonio Guadagno, in arte Manfredi, con la scusa di fare quattro chiacchiere. Antonio si mostra come un ragazzo semplice, con la sua chitarra sulle spalle e un sorriso di chi è felice di quello che sta facendo. Così, in una domenica milanese soleggiata, tra una risata e l’altra, ci ha raccontato un po’ di se, della sua voglia di scrivere e di raccontarcela attraverso la musica. Da qui il primo singolo 20143 Milano Navigli uscito per Foolica.

Come nasce il progetto Manfredi?

 “Mh, non mi piace pensare a Manfredi come ad un “progetto”: dà l’idea di qualcosa di finto, di studiato a tavolino. Manfredi sono semplicemente io, io che ho voglia di dire qualcosa e di farlo con una canzone. Ho iniziato a scrivere verso la fine del 2016 e da allora è diventato il modo in cui mi esprimo: ogni volta che sento il bisogno di dire qualcosa o di riflettere su una cosa che mi è successa ci scrivo una canzone. Non ci sono verità assolute nei miei pezzi, ma c’è tanto di quello che sono io.”

 

E’ nata prima la tua passione per la scrittura o quella per la musica?

 “La passione per la musica e quella per la scrittura sono nate quasi in contemporanea anche se all’inizio tenevo le due cose separate. Mi piaceva suonare e mi piaceva la letteratura. Della musica apprezzavo il riuscire a trasmettere qualcosa in modo piacevole e diretto, della letteratura, invece, amavo le immagini suggestive e quelle frasi così forti che ti appendono al muro, che non te le togli più dalla testa. Mettere insieme queste due cose è stato poi quasi immediato, molto spontaneo.”

 

Circa un mese fa è uscito il tuo primo singolo, “20143 Milano Navigli”. Come ti senti ad aver realizzato questo prima traguardo? A proposito, il singolo esce per Foolica, come nasce la collaborazione?

 “L’uscita di “20143 Milano Navigli” è per me una piccola grande emozione. Non mi sarei mai aspettato di mettere piede in un vero studio di registrazione e di vedere una mia canzone su YouTube o su Spotify. Questa è di per sé già una vittoria ma spero sia solo l’inizio di un lungo viaggio. La collaborazione con Foolica è iniziata a febbraio del 2017 in modo molto naturale: avevo inviato loro una mia demo e mi hanno risposto chiedendomi di incontrarci per fare quattro chiacchiere. C’è stata alchimia sin da subito e da lì abbiamo iniziato a lavorare insieme.”


A canzone realizzata, che impressioni ti ha dato? Cambieresti qualcosa?

“Sono una di quelle persone che difficilmente è soddisfatta al 100% di quello che fa: trovo sempre qualcosa da poter migliorare, un dettaglio, una sfumatura che non mi piace. E’ successo, ad esempio, che chiedessi di rifare delle take per innumerevoli volte solo perché non mi piaceva il modo in cui respiravo.Ti dico però che ad oggi non cambierei nulla della canzone: non è perfetta, vero, ma è solo il primo passo. Registrandola e riascoltandola mi sono reso conto di errori che non commetterò la prossima volta, e la prossima volta farò errori che non rifarò poi la prossima volta ancora. La musica è un percorso senza traguardo, non si raggiunge mai la perfezione, semplicemente si cambia.”

 

Guarda qui il video 

 

Ci possiamo aspettare un album da Manfredi?  Come lo immagini?

 “E’ difficile da dire, però nella vita mai dire mai. Per quanto mi riguarda credo che un album debba avere una certa visione d’insieme: non basta mettere in fila 10 canzoni. C’è bisogno che queste stiano bene insieme, che si completino a vicenda, che si richiamino, che diano un senso di compiutezza. Se togliendo una canzone dall’ album non se ne sente la mancanza, c’è qualcosa che non va. Quando sentirò che ha senso pubblicare un disco lo farò, ma fino ad allora non ho fretta. ”

Hai qualche musicista in particolare di riferimento? 

 “Sono una di quelle persone che va a periodi: ci sono delle volte che ascolto una qualunque cosa che mi capita sotto mano, altre volte invece vado in fissa con un artista o addirittura ascolto uno stesso album (o una stessa canzone) per giorni. Non sono uno di quelli che hanno ascoltato tutto, vado a cuore. Per mia naturale propensione mi sento molto vicino alla musica italiana ma non disdegno nemmeno grandi artisti internazionali (sia contemporanei che del passato). Insomma, mi ispiro a chi riesce a lasciarmi qualcosa, tutto qui.”

 

Chi sono i tuoi artisti preferiti? 

 “Come ho già detto, vado a periodi. Di alcuni artisti apprezzo molto i testi, di altri magari adoro le melodie o gli arrangiamenti. Capita anche che di alcuni artisti mi piacciano alcuni lavori ed altri no. Se devo farti dei nomi, pensando all’Italia ti direi Niccolò Contessa, Niccolò Fabi, Brunori, Cremonini, Calcutta, Thegiornalisti, Jovanotti, Ermal Meta, Brunori, insomma, è un dire tutto e dire niente. Andando all’estero invece ti direi Joe Bonamassa, John Mayer, Hozier ed Eric Clapton tra tutti. ”

 

Che aspettative future hai sul tuo progetto? E soprattutto come ti vedi tra qualche anno?

 “Non ho mai pensato a come sarà tra qualche anno, penso invece a quello che sono ora. Pensare al futuro non mi farebbe concentrare sul presente che ha invece tantissimo da offrire, sia in positivo che in negativo. Spero di crescere musicalmente ma spero anche di mantenere vivo il bambino che è in me, spero di vivere tante belle avventure, di scrivere tante canzoni e di trovare le persone giuste con cui cantarle.”

 

Musica a parte, cosa ti piace fare nella quotidianità?

 “Oltre alla musica studio, guardo serie tv e bho, improvviso: delle volte provo a cucinare, delle volte mi do allo sport il tutto con scarsi risultati ma con tanto divertimento. Un’altra cosa che mi piace fare è parlare con le persone: tutti hanno qualcosa da dire, anche i più insospettabili. Tra tutte le cose l’importante è vivere una vita che ti piace. Come mi disse una volta qualcuno, “chi non vive non avrà mai nulla da scrivere”.

 

Intervista e foto a cura di Emanuela Mereu (baamsdeonph)

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